La figuraccia più penosa l’ha fatta il cosiddetto Esercito di Silvio che dopo la lettura della sentenza ha gridato alla vittoria non avendo capito nulla del dispositivo messo nero su bianco dai giudici della Corte di Cassazione. Non appena hanno sentito la parola “annullamento” i folli followers di Silvio hanno creduto che la Corte avesse annullato la sentenza ma poi si sono dovuti ricredere quando il principe ferito del foro, Franco Coppi ha spiegato all’Esercito di Silvio che la difesa era stata sconfitta. È allora giù insulti alla magistratura. Anche il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, detto anche Nosferatu, accecato dalla sentenza stava titolando: “Condannato assieme a 10 milioni di Italiani”. Poi qualcuno gli deve aver spiegato che stava esagerando con la demagogia e che sarebbe caduto nel ridicolo. Allora si è limitato a un titolo secco, “Condannato”, con sotto la scritta: “Senza parole”.

Ma al di la di questo squallido folklore proveniente dal basso impero di Silvio, a cui bisognerebbe aggiungere le dimissioni della signora Biancofiore o le dichiarazioni di Mara Carfagna e di Brunetta, quello che ha fatto una certa impressione è stato ancora una volta il monologo di Silvio Berlusconi nelle sue tv. Qualcuno ha parlato di un discorso eversivo e non gli si può dare torto. Non si è trattato infatti di una critica alla sentenza, legittima come qualsiasi critica, ma di un appello alle origini del berlusconismo, un appello ridicolo se non fosse drammatico, al pericolo del comunismo, (ma quale comunismo????), alla persecuzione giudiziaria che ormai non si limita più ai pm bolscevichi ma anche ai giudicanti, non esclusa ovviamente la Suprema Corte di Cassazione. Insomma, a tutti quei magistrati che osano indagare sul suo malaffare. E infine un appello disperato ai suoi elettori per un voto che gli consenta un giorno di consumare la sua vendetta contro i magistrati con una una controriforma di stampo piduista.

E’ pericoloso un Berlusconi così eversivo, così sempre uguale a se stesso che assomiglia tanto a Mussolini della Repubblica di Salò? Io se fossi nei panni dei commentatori più autorevoli e nello stesso Beppe Grillo non lo darei così facilmente per morto. Purtroppo l’esperienza di questi anni ci insegna che anche grazie al contributo del centro sinistra il Caimano è come l’araba a fenice, muore e poi risorge. Berlusconi è riuscito a intercettare i voti di una parte del popolo italiano e fino a quando quell’egemonia culturale e politica non verrà disintegrata il pericolo resterà sempre. Certo, questa volta il colpo è durissimo, per la prima volta nella sua storia Silvio Berlusconi subisce una condanna definitiva e per la prima volta il gigantesco conflitto di interesse che ha accompagnato dalla nascita la carriera del Caimano è stato colpito al cuore. Un presidente del consiglio che evade il fisco è un esempio da manuale di cosa sia il conflitto di interesse in Italia. Quando i suoi uomini di governo chiederanno agli italiani di non evadere il fisco ci sarà da ridere. La lotta all’evasione la dovrebbero fare in casa Pdl. Se fosse vissuto negli Stati Uniti il nostro uomo sarebbe già in galera. In Italia, invece, è toccato ancora una volta alla magistratura fare ciò che l’opposizione politica non ha saputo fare in questi anni.

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