L’arte di Herbert Baglione si sporge dai muri emiliani. L’ex manicomio in Provincia di Parma e una facciata nel centro di Modena sono state le tele che hanno raccolto il suo tratto. Baglione, classe 1977, brasiliano originario di São Paulo è ormai street artist di fama internazionale; ha esposto e fatto incursioni in Svizzera, Danimarca, Spagna e le sue opere sono segnalate in importanti cataloghi anglosassoni dedicati all’arte di strada. In America è artista affermato, espone nelle gallerie di Philadelphia e San Francisco, ma anche nel Sud: Messico e, naturalmente, Brasile.

L’occasione della venuta di Baglione in terra emiliana è stata Icone 5.9, un progetto di arte di strada dedicato alle città emiliane colpite dal sisma promosso dal circolo Arci Fuori Orario e dalla galleria di arte moderna D406 – Fedeli alla Linea con la collaborazione di Comune, Provincia e Confindustria Giovani di Modena. Ventidue tra i migliori street artists nazionali e internazionali hanno affrescato i muri di Modena e di altre nove città colpite dal sisma.

Il graffito di Baglione si trova nel cuore di Modena. Una figura grigiobianca, slanciata, aliena, su sfondo nero, alta quasi dieci metri che con un sacchetto in testa si fruga le viscere. Il titolo dell’opera è “Nessun dorma”, nome dell’aria pucciniana oggi virale nell’interpretazione del modenese Pavarotti. Se nel modenese l’arte di Baglione si è espressa su invito e richiesta di enti ed istituzioni, non si può dire altrettanto dell’incursione nel parmense. L’artista brasiliano ha scelto come location un edificio carico di storia: l’ex manicomio di Colorno, a pochi chilometri da Parma. L’edificio fa parte del Palazzo ducale di Colorno, attualmente è di proprietà dell’Ausl di Parma e fa gola a molti. Dall’Ausl confermano che sono diverse le richieste per accedere all’edificio: studiosi di storia e scienze occulte, giovani musicisti che vogliono girare i loro videoclips, associazioni di ghostbusters e naturalmente fotografi. Dall’Ausl però ci assicurano che dopo le ultime scosse di terremoto sono state sospese tutte le richieste di accesso alla struttura.

L’opera nell’ex manicomio va quindi ascritta all’espressione più originaria della street art: trasmettere un messaggio attraverso l’appropriazione indebita di spazi pubblici. “Illegale”, questo il termine con il quale un giurista accompagnerebbe l’operazione di Baglione. Aggettivo che però mal si coniuga alla forza evocativa delle figure dipinte. Ombre di pece, deboli e magre, che nascono da sedie a rotelle abbandonate nei corridoi per andare a sporcarsi con i ricci dell’intonaco scrostato. Come se quel muro impedisse loro la fuga dal male. Ombre che ci ricordano un vicino passato quando, prima della legge Basaglia, il diverso era legato, rinchiuso e seviziato. Un passato che è colpa e vergogna di ogni italiano.

Né il Comune di Colorno, né la Provincia e l’Ausl di Parma erano a conoscenza di questa incursione. Dicono che faranno il possibile per renderla fruibile alla cittadinanza – attualmente il complesso architettonico è transennato. Il Palazzo ducale di Colorno è inoltre in odore di essere venduto. La speranza è che i futuri proprietari conservino e rendano visibili le opere di Baglione; se non come arte, almeno come monito a chi ancora crede nell’utilità dei manicomi. Intanto sui social network è gia polemica: il 26 Luglio è nata la pagina “Petizione contro Herbert Baglione“, nelle informazioni si legge: “sottoscriviamo tutti una petizione contro Herbert Baglione writer brasiliano che ha deturpato l’ex manicomio in provincia di Parma, un edifico storico del XVII secolo”; la pagina riporta anche le “indicazioni utili a segnalare lo scempio alla Procura della Repubblica di Parma”.

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