Il cognato è tornato. Giulio Boscagli, ciellino, ex assessore alla Regione Lombardia e soprattutto cognato dell’ex presidente Roberto Formigoni, rientra in Regione.

Pdl e Lega gli hanno regalato la poltrona di commissario del Corecom. È l’authority locale di controllo e garanzia sulla comunicazione, la versione regionale dell’Agcom. Suoi compiti, verificare gli affollamenti pubblicitari delle tv locali, vigilare sulla par condicio in campagna elettorale, fare da garante degli utenti. Ma soprattutto decidere come spartire la sostanziosa torta dei fondi ministeriali alle tv locali, che distribuiscono in Lombardia almeno una decina di milioni di euro: il Corecom stila infatti le graduatorie in base alle quali i soldi pubblici vengono assegnati alle antenne regionali: 70mila euro l’elargizione base, 3 milioni per i più fortunati…

Boscagli, il Commissario-Cognato, è in buona compagnia: il Consiglio regionale lombardo ha eletto, insieme a lui, Gianluca Savoini e Diego Borella (entrambi leghisti, tendenza Maroni) e Stefano Rolando, ex socialista diventato lo spin doctor del candidato presidente del centrosinistra, Umberto Ambrosoli.

Il Cognato del Celeste diventerà probabilmente il vicepresidente della commissione: un tributo pagato a Formigoni e a Comunione e liberazione. La nomina di Savoini, che forse, dopo feroci litigi dentro la maggioranza di centrodestra, diventerà anch’egli vicepresidente, è invece una tassa pagata a Roberto Maroni in persona, visto che Savoini, già direttore della sala stampa del Consiglio regionale, era il suo addetto stampa quando Maroni era ministro.

Nei prossimi giorni, il presidente Maroni (il capo della Lega 2.0) e il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Pdltendenza Cielle) nomineranno il presidente del Corecom, che sarà molto probabilmente Federica Zanella, ex giornalista sportiva di Telelombardia passata a fare politica nel Pdl, trombata alle elezioni e ripescata per il Corecom, così nei prossimi mesi sarà chiamata a decidere quanti soldi pubblici (cioè nostri) dare alla sua ex tv Telelombardia.

Le commissioni di controllo dovrebbero essere assegnate all’opposizione, il cui compito è appunto quello di controllare l’operato della maggioranza che governa. In Regione Lombardia, invece, il litigiosissimo asse di ferro Lega-Pdl, ha preso tutto per sé. Tre componenti del Corecom su quattro, più il presidente: risultato finale quattro a uno. Unico “controllore” vero, ma sempre in minoranza, Stefano Rolando, professore, esperto di comunicazione, votato da Pd e Lista Ambrosoli.

Bocciata invece Marcella Volpe, ex Radio Popolare, ex Rai, l’unica che si era presentata come si dovrebbe, non “portata” dai partiti, ma raccogliendo cento firme tra i cittadini. In Consiglio, l’ha votata solo il Pd, non la lista Ambrosoli che ha preferito il “suo” Stefano Rolando, da ringraziare per l’aiuto dato in campagna elettorale. I consiglieri del Movimento 5 Stelle potevano votarla, ma hanno preferito uscire dall’aula, perdendo una buona occasione. Anche l’altra commissione di garanzia, il Consiglio sulle Pari opportunità, se la sono mangiata Pdl e Lega, per la serie: qui non si butta via niente, dobbiamo sistemare le vecchie cariatidi che non sappiamo dove mettere.

Le Pari opportunità, in questo clima di scontro feroce interno al centrodestra, sono state così affidate a Ombretta Colli ex cantante della Filanda e soprattutto ex presidente della Provincia, che aveva scatenato le ire del suo compagno di partito Gabriele Albertini, per il suo appiattimento al gruppo Gavio nella gestione della società Serra-valle.

 

Twitter: @gbarbacetto

il Fatto Quotidiano, 1 agosto 2013

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