Gli animalisti esultano, gli scienziati per niente. E’ diventata legge la norma che vieta i laboratori come Green Hill. ”Tempi duri per la ricerca” li definisce Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri. Il provvedimentorenderà, se fatto proprio letteralmente dal Governo, praticamente impossibile fare ricerca biomedica in Italia”. In una intervista al Corriere il farmacologo critica la decisione della Camera: “Abbiamo recepito da ultimi una direttiva europea riuscendo a peggiorarla, a compiere un’infrazione e a creare un danno alla ricerca italiana”. Vietando gli eterotrapianti “non potremo più sperimentare tumori sui topi, trasferire elementi di maiale, non potremo più condurre studi sulle droghe e saremo impediti anche nell’uso o meno dell’anestesia: una vera stupidaggine. Il provvedimento ci mette in condizioni estremamente negative nei confronti degli altri Paesi proprio sul piano della ricerca” afferma Garattini. “Non potremo competere su questo fronte con altri progetti europei, dal momento che le condizioni sono diverse. È un ennesimo colpo alla ricerca italiana”.

Soddisfatti invece gli attivisti della Lav: “‘La norma restringi-vivisezione rappresenta la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900mila animali utilizzati ogni anno in Italia e un futuro concreto per i metodi sostitutivi e la ricerca innovativa nel nostro Paese”. Tra i punti più importanti approvati c’è “il divieto di allevamento di gatti, primati non umani e cani che porterà alla chiusura definitiva del tristemente noto allevamento ‘Green Hill’, il coronamento di una battaglia di attivisti e associazioni in corso da anni”. Per la Lav l’alternativa all’articolo ‘restringi-vivisezione’ “sarebbe stato un recepimento-fotocopia della direttiva europea e nessun cambiamento alla situazione attuale per cui tutto è possibile fare sugli animali. “Purtroppo – conclude la Lav – in Parlamento non era all’ordine del giorno il no totale alla vivisezione, il nostro obiettivo, e per questo sosteniamo l’iniziativa europea dei cittadini ‘Stop Vivisection‘ che non è in antitesi con questa battaglia, ma questo articolo 13 delle Legge di delegazione europea 2013, rappresenterà una svolta in Italia e un esempio per tanti altri Paesi. Nonostante gli obblighi sovranazionali previsti dalle farmacopee o da altre legislazioni”.

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