Proprio in questi giorni, ho visto che le porte e le finestre di tutti i 27 appartamenti di un immobile vicino a casa mia sono state murate. Proprio così: murate a mattoni, cosa che ha dato a tutto il complesso un aspetto decisamente spettrale: una specie di tomba di un faraone egiziano curiosamente trapiantata in Toscana.

Cosa è successo? Beh, il proprietario del complesso non riusciva a venderlo e non riusciva nemmeno ad affittare un numero sufficiente di appartamenti per valerne la pena. Dopo vari guai con un’occupazione da parte di un gruppo di disperati senza casa, non ha trovato altra soluzione che murare ingressi e finestre dopo aver portato via tutto quel che c’era negli appartamenti, incluso gli infissi e i sanitari dai bagni. Perlomeno adesso non gli dà più preoccupazioni. Certo, un triste destino per un immobile che, una volta, qualcuno deve aver considerato come un modo intelligente per investire un po’ di soldi.

La storia di questo immobile è emblematica della terribile situazione del mercato immobiliare in Italia. L’ultimo rapporto dell’Agenzia delle Entrate parla di una situazione disastrosa per quanto riguarda il numero di transazioni, con una perdita di un buon 25% all’anno negli ultimi due anni.

Per quanto riguarda i prezzi, i dati parlano di un calo di almeno il 5% all’anno, ma forse anche di più e certamente va peggio se consideriamo anche l’inflazione. In sostanza, abbiamo costruito troppe case e stiamo continuando a costruirne troppe: si parla di oltre 800.000 case in più costruite a partire dal 2000 rispetto a quelle che si sarebbero dovute costruire se il mercato non avesse seguito una logica puramente speculativa. Non c’è da stupirsi se, oggi, tutte queste case non trovano compratori. La bolla immobiliare si sgonfia, come tutte le bolle speculative.

Mentre da noi c’è ancora chi spera in qualche miracolo che fermi il crollo del mercato, ci sono dei paesi, come la Spagna, nei quali il ciclo speculativo ha fatto il suo corso. Secondo i dati disponibili, gli immobili in Spagna hanno perso il 35% del loro valore dal 2007 e si ritiene che il valore medio si dovrà dimezzare prima che si arrivi a una stabilizzazione (se va bene). E notate come questo effetto si distribuisce in modo diseguale fra gli immobili. Se la media di perdita è il 50%, questo vuol dire che un gran numero di case vecchie e malridotte finiscono per trovarsi con valori di vendita prossimi allo zero; ovvero diventano invendibili: da tener chiuse dopo aver murato porte e finestre o, meglio ancora, da demolire.

In effetti, si riporta che il governo spagnolo stia pensando a un massiccio programma di demolizioni. L’idea è che se abbiamo un’eccesso di offerta rispetto alla domanda, distruggendo un buon numero di case ormai invendibili facciamo ripartire il mercato (perlomeno per le case superstiti). In più, il terreno può essere recuperato per fare cose più utili, tipo coltivare patate. Certo, non è facile ri-naturalizzare il terreno cementificato, ma non è nemmeno impossibile. In certe zone d’Europa, abbiamo pavimentato oltre il 10% del territorio. Forse abbiamo un tantino esagerato; sarebbe ora di ripensarci e, perché no, tornare indietro!

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