Prestiti per pagare bollette dell’acqua, Tia (tariffa di igiene ambientale), multe e imposte locali attraverso il microcredito. Il tutto sotto la garanzia del Comune, che diventa così allo stesso tempo garante e creditore del denaro dovuto. L’amministrazione laziale di Civitavecchia è la prima in Italia ad aver firmato un protocollo con l’Ente italiano per il microcredito per consentire a persone, ditte e piccole imprese di accedere a prestiti per il pagamento dei tributi comunali arretrati.

“È un intervento sociale della banca e del Comune in favore del cittadino in difficoltà”, spiega il sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, in quota Pd. “In questo modo – aggiunge – l’amministrazione non si pone più come un ente impositivo ma a fianco del cittadino”. Il traguardo in realtà è doppio: in questo modo si aiutano le fasce deboli a sanare le proprie pendenze arretrate, ma si permette ai conti in rosso del Comune di prendere subito una boccata di ossigeno. “Noi vogliamo risanare un bilancio con debiti di 30 milioni. È ovvio che in questo momento il Comune non può rinunciare a riscuotere i propri debiti – afferma il primo cittadino. – Abbiamo trovato tributi di tre anni di acqua e Tia mai riscossi, e siamo costretti a inviare bollette molto salate, fino a 4mila euro che molti cittadini non sono in grado di saldare”.

Così interviene il microcredito. Il funzionamento è semplice: il Comune fa una cessione di credito alle banche e si pone come garante istituendo un fondo. I cittadini, ma anche ditte individuali, piccole imprese e cooperative possono avere accesso al finanziamento, fino a 5mila euro, fissato da un ufficio tributi. Il destinatario del prestito può scegliere le modalità di restituzione dell’importo (Rid, carta prepagata, bollettino postale) in rate sino a 80 euro per un totale di 60 mesi. Il progetto, che riguarderà tra le 7mila e le 9mila persone, per un debito medio di 2mila euro di Tia e 2mila di acqua, ha come obiettivo di “riportare nelle casse del Comune fino a 7 milioni di euro”. “Per le banche – illustra Tidei – con la garanzia del fondo rotativo, che si alimenta grazie a una percentuale delle entrate delle bollette, non c’è nessun rischio”.

Comunque, in caso di insolvenza, gli istituti creditizi verranno risarciti con il fondo di garanzia del Comune, mentre verso i cittadini, in caso di rottura del patto fiduciario con il comune, verranno attuati i procedimenti di riscossione coattiva che invece gli vengono evitati attraverso questo sistema “di rientro nella regolarità a basso costo”. La data di partenza è fissata per la fine dell’estate, quando verranno identificate le banche aderenti al progetto. In questo senso, Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il microcredito fa sapere di aver “incontrato il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, per avere massimo sostegno da tutta l’Abi affinché anche nell’area gli istituti possano rispondere con la massima premura ai bandi promossi”. Il ruolo dell’ente nel progetto è quello, infatti, di “essere un collettore tra istituzioni e territorio e di fornire un servizio di tutoraggio e sostegno alle imprese per la realizzazione del piano con un basso default”.

Un modo per permettere ai cittadini di “tornare ad essere contribuenti senza debiti nei confronti della municipalità ed evitare quei traumi psicologici dovuti al recupero dei crediti in modo coatto che in questo periodo di crisi non sono sostenibili. Questa è una strada percorribile ed alternativa che auspichiamo – conclude Baccini – possa essere riproducibile anche in altre realtà territoriali”.

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