Divieto di filmare in suolo pubblico. I giovani cronisti del giornale studentesco Cortocircuito a Reggio Emilia sono stati minacciati mentre cercavano di riprendere un cantiere colpito dall’ennesimo rogo in città. L’incendio si è sviluppato in zona Acque Chiare nella notte del 29 e il 30 luglio.  “Non appena abbiamo saputo dell’incidente”, ha raccontato Elia Minari, uno dei giornalisti presenti sul posto, “siamo andati a fare un sopralluogo per cercare di capire qualcosa di più e lì è avvenuto l’episodio. E’ arrivato un uomo e ci ha urlato di andarcene perché quello, come diceva, era il suo cantiere e ha chiamato altri operai per intimidirci a sloggiare. Dopo un po’ ci siamo allontanati e siamo stati inseguiti da un furgoncino per oltre un chilometro”. Il cantiere di via Bazzani è intestato alla ditta Costruzioni Gb di Gaetano Blasco e l’episodio segue altri due incendi subiti dalla famiglia Blasco nel 2013. Il nome del titolare, come riporta la Gazzetta di Reggio, era comparso nel 2001 nell’indagine “Scacco Matto” contro due cosche della ’ndrangheta per poi essere scagionato a processo. Il fratello Salvatore Blasco è morto nel 2004 crotonese in seguito ad una faida tra le cosche Grande Aracri e Dragone

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