La riforma della legge elettorale approderà a settembre alla Camera e sarà votata entro i primi di ottobre: è stata infatti approvata all’unanimità la dichiarazione di urgenza dalla conferenza dei capigruppo, in base alla quale il testo resterà in commissione al massimo per un mese. L’impegno dei capigruppo è far giungere il testo in Aula a settembre e votarlo entro i primi di ottobre. La questione è stata posta in commissione da parte del capogruppo di Sinistra ecologia e libertà Gennaro Migliore“Soddisfazione” per l’unanimità tra i capigruppo per la dichiarazione di urgenza è stata manifestata, al termine della riunione, dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.  “Ottima la procedura d’urgenza decisa alla Camera per la legge elettorale – ha twittato il presidente del Consiglio Enrico Letta– Ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Io sono ‘No Porcellum'”. La stessa procedura sarà proposta anche al Senato dal Pd e da Sel, a meno a quanto dicono i democratici Isabella De Monte, Andrea Marcucci, Vannino Chiti, Stefano Esposito e i vendoliani Loredana De Petris, Alessia Petraglia, Massimo Cervellini e Peppe De Cristofaro. “Depositeremo nelle prossime ore la richiesta al presidente Grasso – spiegano i parlamentari – per riunire tutti i disegni di legge presentati dall’inizio della legislatura e velocizzare i lavori della Commissione Affari Costituzionali e dell’aula”. “Il nostro obiettivo è abrogare il Porcellum in tempi rapidissimi”, concludono.

Il primo firmatario della proposta a Montecitorio è Roberto Giachetti (Pd), sostenuto però da parlamentari di quasi tutti gli schieramenti (c’è anche Antonio Martino, Pdl). “Con la deliberazione della urgenza deliberata all’unanimità dalla Conferenza dei capigruppo – dichiara Giachetti – la riforma elettorale come norma di salvaguardia sarà al primo punto dell’agenda politica e parlamentare da settembre. Questo è un primo importantissimo risultato che fino a ieri sembrava impossibile. Resto convinto che, in attesa della conclusione del percorso delle riforme costituzionali a cui dovrà essere legata la nuova e definitiva legge elettorale, il ritorno al ‘Mattarellum‘ sia la soluzione migliore e più rapida per il varo della legge elettorale ‘ponte’”. “Ciò detto una cosa sarà chiara nel confronto parlamentare che ci attende – conclude Giachetti – Si misureranno due opzioni: l’abolizione del ‘Porcellum’ o la sua correzione. Su questo sarà, come giusto, il Parlamento a decidere”.

Ma la procedura d’urgenza crea già qualche malessere nella maggioranza: “Il fatto che il Pd chieda la procedura d’urgenza per l’approvazione di una nuova legge elettorale – dice Fabrizio Cicchitto – vuol dire che ha una gran fretta a fronte dell’ipotesi fin ora affermata che il governo Letta duri i famosi 18 mesi. Poi la scelta del giorno per avanzare questa richiesta apre ulteriori interrogativi”. Tuttavia il sì in conferenza dei capigruppo è arrivato anche dal Pdl. Ma Francesco Paolo Sisto insiste: “Se si avvia un percorso rapido verso una nuova legge elettorale vuol dire una mancanza di fiducia nell’investimento delle riforme”.

Intanto Montecitorio ha fissato la discussione di altre leggi. Il 2 agosto sarà esaminata quella sul finanziamento pubblico ai partiti (con votazione tra l’8 ed il 9 agosto). Dal 5 agosto inizierà la discussione sulle norme per il contrasto dell’omofobia (votazione tra l’8 ed il 9 agosto). Il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa sarà all’esame dell’Aula dal prossimo 5 agosto (voto ancora tra l’8 e il 9), mentre lo svuotacarceri sarà esaminato il 2 e sarà votato il 5 agosto. Infine il decreto lavoro e Iva (appena approvato al Senato sarà esaminato il 6), mentre il 7 sarà all’ordine del giorno il decreto “del fare”

 

Articolo Precedente

Processo Mediaset, la tragicomica rappresentazione della sentenza

next
Articolo Successivo

Lombardia, il leghista consulente in Regione: “Grazie al mio curriculum”

next