Su Il Foglio ho letto un interessate pezzo della Benini ispirato ad un articolo scritto da una ragazza del 1985 sul New York Magazine. Per la generazione dei social media è impossibile lasciarsi in modo definitivo con gli ex “non ci si lascia mai davvero, adesso un ex non è mai ex, almeno finché è online sulla chat, finché mette foto su Facebook, finché ci segue su Twitter, finché possiamo vedere a che ora ha dato un’ultima occhiata a Whatsapp”.

Siamo sicuri che l’incapacità di chiudere in modo definitivo una relazione sia causata dai social e affini? In fondo basterebbe cancellare con un click l’ex per non riceverne più gli aggiornamenti. Forse stiamo confondendo il sintomo con il mezzo: i social sono solo un pretesto per continuare a controllare l’ex partner o avere l’illusione di mantenere un rapporto. La domanda che dovremmo farci non è se le nuove generazioni sono danneggiate emotivamente dalla tecnologia ma quanto e come si usa quest’ultima per combattere il terrore dell’abbandono.

Ognuno di noi soffre alla fine di una relazione perché l’abbandono e la perdita sono lutti interiori che vanno elaborati, usare Facebook o i social per mantenere contatti con un ex è dannoso perché ci impedisce di elaborare il lutto della fine della relazione. Ad ogni menzione o tweet l’immagine dell’altro ci ricorda e rinnova la ferita della perdita, anche dopo molti mesi ma siamo noi che lo vogliamo perché inconsciamente usiamo la tecnologia come filo che ci illuda di avere ancora un legame. Illudersi di rimanere amici è un modo per non affrontare il dolore, anche mantenere contatti sui social lo è.

La domanda allora è questa: quanto siamo capaci di reggere la frustrazione della perdita? Usiamo in modo narcisistico e compensatorio il web? Quanto è ego distonico questo comportamento? Può portare ad ossessioni e compulsioni? A mio avviso si. Se una relazione è finita dandoci molto dolore, dobbiamo chiudere ogni canale e concentrarci sull’elaborazione del lutto. Cancellare una persona dai contatti non è uno sgarbo ma un modo di proteggerci. Il rischio che si corre è diventare ossessivi e cercare notizie, spulciare nella lista di amici dell’ex, dannarsi nel leggere i suoi commenti, masturbazioni e ruminazioni mentali. È dura ma bisogna chiudere. Poi con il tempo si può provare a restare amici ma solo quando il dolore è passato. Nella vita si muore, le relazioni e l’amore anche, possono morire. Non è mai facile fare i conti con la morte ma dobbiamo stare attenti a non rimuoverla perché esiste. Tentando di trovare stratagemmi per non soffrire spesso soffriamo ancora di più. 

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