Oggi avrebbe 26 anni. A ricordarlo c’è una lapide sul muro. Il muro dell’ippodromo di Ferrara, davanti al cancello. Davanti a quel cancello Federico Aldrovandi è rimasto per tante ore. Era morto quel sabato sera di settembre. Il 25 settembre del 2005. Stava tornando a casa a piedi, dopo una serata in discoteca. Davanti a quel cancello incontrò quattro poliziotti.

Con sé non aveva documenti. Aveva un cellulare. Che continuava a squillare accanto al suo cadavere. Erano i genitori che lo cercavano. Vedendo “mamma” sul display i poliziotti che stavano eseguendo i rilievi non risposero. Il resto è storia e cronaca.

Per chi ha vissuto questi anni di storia e cronaca è difficile togliersi dalla testa questi anni di storia e cronaca. Tanto ne ho scritto e tanto ancora ci sarebbe da scrivere. Soprattutto sui due genitori che hanno perso il loro figlio. Erano quelli che lo cercavano al telefono quando ancora non sapevano di essere orfani.

E nemmeno sapevano che avrebbero dovuto aspettare tanti anni prima di ottenere formalmente un riconoscimento processuale della responsabilità di chi uccise Federico. Di chi lo uccise e di chi li coprì.

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere anche su chi cavalcò quell’evento. Chi diede degli sciacalli agli amici del ragazzo e chi, male minore, si presentò a manifestare solidarietà alla famiglia solo quando la lotta era conclusa. All’ultima fiaccolata davanti all’ippodromo vidi per la prima volta due importanti politici locali. Ingenuamente chiesi cosa ci facessero lì. Per anni non li avevo mai visti ai sit-in che i genitori organizzavano ogni settimana per chiedere giustizia e verità. Nemmeno alle manifestazioni in strada. Né nell’aula B del tribunale di Ferrara, dove il papà Lino contava letteralmente i giorni passati dalla morte del figlio. “Noi ci siamo sempre stati” è stata la loro risposta, quasi piccata.

Quei due importanti politici sono ancora importanti politici in questa città. E continueranno ad esserlo, perché sanno quando è il momento di esserci, di schierarsi. A cose fatte.

Oggi Federico avrebbe 26 anni e, per quanto mi è dato sapere, per la prima volta non ci sarà una festa pubblica per il suo compleanno. Patrizia e Lino lo ricorderanno da soli, in forma privata. Senza i tanti amici che li hanno sostenuti in questi anni. Ma anche senza tanti sciacalli. Auguri Federico.

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