Siamo nel paese dei Grifoni. Il simbolo e il vanto di Ascoli Satriano, borgo foggiano arroccato sulle pendici dei Monti Dauni, è la statua in marmo che rappresenta due creature fantastiche –con grandi ali, hanno corpo di leone e testa di drago – nell’atto di azzannare un cervo. Risalente al IV secolo avanti Cristo, è un’opera dalla bellezza classica, senza tempo. E un pezzo unico, perché policromo, con tracce evidenti dei colori originali che lo ricoprivano. Dal 2010, i Grifoni sono custoditi gelosamente nel Polo Museale cittadino, ma la strada che li ha portati fino a qui è avventurosa. Scoperti da un tombarolo locale negli anni Settanta e venduti a un trafficante d’arte, infatti, finirono dopo una serie di passaggi nella collezione del Getty Museum di Los Angeles. E il crimine sarebbe probabilmente rimasto impunito senza la confessione, in punto di morte, del tombarolo pentito, che permise alla Stato Italiano di avviare le indagini e il complesso procedimento per recuperare i marmi e riportarli nella loro sede naturale.

Cosa vedere. Non ci sono solo i Grifoni. Le testimonianze della storia millenaria di Ascoli Satriano (fondato dai Dauni, divenne municipio romano con il nome di Ausculum) si scoprono nel Polo Museale ricavato dall’ex Monastero di Santa Maria del Popolo (fine del XV secolo). Si vedono altri splendidi marmi policromi, preziosi reperti di corredi funebri antichi di varie epoche, statue romane e una collezione di arte sacra. Spicca una statua romana di Apollo, anch’essa restituita dal Getty Museum.

Appena fuori dal paese, poi, si trovano due parchi archeologici. Su un’altura si allunga quello della Collina del Serpente, con resti (necropoli ed edifici religiosi) di epoca preromana, risalenti alla civiltà autoctona daunia. A Faragola,  invece, sono stati ritrovati resti di epoca diversa: i più spettacolari sono quelli di una grande villa romana rurale, di epoca tardo antica (IV-VI d.c.), decorata con marmi e mosaici, con una lussuosa cenatio (sala da pranzo) e una zona termale. Nella campagne circostanti, infine, ancora in piedi, e funzionante, è il Ponte Romano a tre arcate, del I-II sec. d. C., sul fiume Carapelle.

Cosa fare. Merita una passeggiata il centro storico del paese, che conserva la struttura medievale, con i vicoli che si inerpicano per la collina fino al Palazzo Ducale, ricavato da un castello del XII secolo. Sulle stradine si affacciano antichi palazzotti signorili e varie chiese, fra cui la Cattedrale, con una elegante facciata in stile romanico-gotico e l’interno in stile barocco: è dedicata a san Potito, il patrono cittadino, secondo la tradizione il primo martire della Puglia.

Cosa mangiare. I sapori della cucina daunia sono rustici e autentici. Fra le specialità locali, spicca il pane di grano duro, che rivaleggia con quello di Altamura: in paese ci sono una decina di forni a legna che lo preparano secondo la ricetta tradizionale, partendo dalla Biga (pasta acida). Particolarmente gustosa è anche la pasta (orecchiette, cavatelli, troccoli ecc) fatta con farina di grano “arso” (tostato), dal caratteristico colore grigiastro. Meritano anche gli insaccati di carne di maiale e i piatti a base di verdure. Come i lampascioni, “cipolline” dall’inconfondibile gusto amarognolo che vengono tradizionalmente messe a cuocere sotto la cenere e poi condite con olio, aceto e sale.

Info. www.meridaunia.it, www.comune.ascolisatriano.fg.itwww.ascolisatrianofg.it, www.associazionenostoi.it

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