Visti i risultati raggiunti dal liberismo manageriale con la globalizzazione del mercato, un recente studio avanza la rivoluzionaria teoria di un nuovo contratto sociale basato sui sofisticati concetti di “padrone” e “servo”. Pur senza entrare nei dettagli, si tratterebbe di una conquista sociale di portata rivoluzionaria: il “padrone”, possedendo i servi, cercherà di tutelarli, preservarli e curarli come fa con tutte le sue proprietà. Facendo parte del suo patrimonio, percepirà che il servo serve, è utile, è una voce attiva del bilancio. Il servo, d’altra parte, a differenza dell’operaio e dell’impiegato non è più un costo da tagliare appena possibile ma entra a far parte del patrimonio: diventa una “cosa” che, al contrario di una persona, ha un valore. Naturalmente, imprenditori e manager fanno resistenza: non gli conviene diventare “padroni”, hanno troppo da perdere. Ma il progresso non si ferma e l’idea di una società più giusta è una vecchia talpa cieca che continua a scavare. 

 

Paolo Aleandri 

da ” Il Misfatto “,  inserto satirico de Il Fatto quotidiano, 7 luglio 2013 

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