Il caso della moglie e della figlia di sei anni del dissidente kazako Ablyazov, prelevate a forza dalla propria abitazione da funzionari della DIGOS italiana, rinchiuse in un Cie e  rispedite in braccio al dittatore Nazarbaev, getta una nuova insostenibile vergogna sul governo ircocervo.

Evidenti sono le dirette responsabilità nella losca vicenda da parte del ministro degli Interni nonché segretario del Pdl Angelino Alfano, il quale avrebbe inviato ben cinquanta uomini armati a Casalpalocco a prelevare le due donne con l’accusa, rivelatasi poi infondata, di essere in possesso di passaporti falsi. Secondo una possibile interpretazione, tale scarsamente gloriosa operazione sarebbe stata finalizzata a compiacere il dittatore kazako, partner economico dell’Eni e amico personale del padrone di Alfano, Silvio Berlusconi.

Ablyazov, un uomo d’affari sceso in politica per contrastare il dittatore dando vita a uno Stato di diritto, è stato già bersaglio di vari tentativi di uccisione, così come fisicamente eliminati sono stati alcuni dei suoi compagni di partito. Si nutrono quindi forti timori sulla sorte delle due donne. 

Ha dichiarato, in un sussulto di sincerità, la ministra degli Esteri Bonino che tale vicenda costituisce l'”ennesima figuraccia” per il governo italiano. Non siamo d’accordo. Non è una figuraccia, è una vera e propria vergogna. Che si aggiunge a quelle della partecipazione italiana, attraverso modalità ancora da chiarire, al sequestro di fatto mediante negazione dello spazio aereo per tornare in patria, del presidente boliviano Evo Morales e della negazione immotivata dell’asilo politico all’agente Snowden che ha rivelato lo spionaggio illecito degli Stati Uniti sul resto del mondo (“alleati” rectius servi compresi).

Ar-Lettino, servo di molti padroni! Non bastava la Merkel, che decide la nostra politica economica. Non bastava Obama, che decide quella di sicurezza e difesa imponendo l’acquisto degli F-35 e molto altro. Ci mancava solo questo oscuro dittatore, figlio degenere del regime sovietico di cui ha ereditato gli aspetti peggiori trasformando il Paese in un luogo dove sono consuete la tortura e la negazione di ogni diritto di libera espressione, come dimostra il rapporto di Amnesty International.

Del resto, c’è poco da stupirsi. Nel nostro Paese sono frequenti le negazioni del diritto d’asilo e in particolare le violazioni del principio del non-refoulement previsto dall’art. 33 della  Convenzione di Ginevra sui rifugiati e recepito dal testo unico sull’immigrazione, principio che impone di non espellere nessuno verso Paesi dove corre dei rischi alla propria incolumità o libertà personale per motivi di persecuzione politica. Ciò avviene anche per l’assenza della legge costituzionalmente prevista (art. 10, comma 3) per l’attuazione del diritto d’asilo. Si conferma peraltro  come i Centri di identificazione ed espulsione (Cie) siano luoghi di arbitrio che vanno chiusi quanto prima. 

Ci sono poi aspetti particolarmente inquietanti su cui va fatta chiarezza totale al più presto. Come la consegna della moglie di Ablyazov e della figlioletta a scherani di Nazarbaev in territorio italiano, per essere imbarcate su di un volo della compagnia di bandiera del Paese. Secondo quali procedure? Con quali garanzie? Per decisione di chi? Per quali motivi occulti?

Un ultimo appunto riguarda il comportamento delle forze dell’ordine. Se fosse più diffusa, nel nostro Paese, una coscienza democratica e sindacale da parte loro, non si verificherebbero episodi così vergognosi. E’ ora che i poliziotti, compresi quelli della Digos, spesso più svegli e informati di altri, imparino che non sono pagati per fare i maggiordomi dei politici, ma per tutelare i diritti dei cittadini e di chiunque si trovi sul nostro territorio. E’ almeno dall’epoca del processo di Norimberga che l’obbedienza dovuta agli ordini superiori ha cessato di essere una scusa valida in ogni circostanza.

Letta ha dichiarato che ne trarrà le conseguenze. L’unica conseguenza che sarebbe lecito trarre da una vicenda così squallida dovrebbe essere l’immediata crisi di governo. Questa avverrà peraltro per altri motivi, come le disavventure giudiziarie di Berlusconi o la questione dell’Imu. Il governo Letta perirà ingloriosamente com’è vissuto, dopo aver compiuto, fra gli altri, questo ennesimo misfatto bipartisan.

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