Non ci sono solo i debiti della pubblica amministrazione con le imprese. C’è un caso meno noto, ma che riguarda decine di milioni di euro versati allo stato da oltre 300 mila società senza ricevere in cambio alcun servizio. Parliamo del Sistri che, ormai, non c’è più. La commissione presideduta dal professore Edo Ronchi, istituita presso il ministero dell’Ambiente, ha stabilito che non era necessario. Il sistema doveva servire a tracciare i rifiuti, ma già all’inizio presentava enormi criticità, nonostante questo l’ex ministra Stefania Prestigiacomo aveva parlato di una rivoluzione contro le ecomafie. Se il sistema è fallito le imprese, oltre 300 mila, hanno speso soldi per l’iscrizione, l’installazione delle black box, il pagamento delle sim per l’invio e ricezione dei dati. “ Abbiamo speso oltre 30 mila euro – racconta Emiliano Zanni della società Superiride – al ministero dell’ambiente abbiamo versato 11 mila euro di iscrizione. Il servizio non è mai partito. Abbiamo chiesto la restituzione dei soldi almeno come credito di imposta, ma non hanno neanche considerato la nostra proposta”. Un sistema costato alle imprese, denunciano le associazioni di categoria, alle imprese 250 milioni di euro negli ultimi tre anni. A guadagnarci dall’affare Sistri solo la Selex di Finmeccanica che si era aggiudicata l’appalto senza gara. Assegnazione coperta da ombre e presunte corruzioni. La procura di Napoli, lo scorso aprile, chiese e ottenne 21 ordinanze cautelari per imprenditori e altri soggetti  di Nello Trocchia

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