Buttafuori davanti al Duomo di Mestre per tenere lontano chi chiede l’elemosina.”Prima chiedevano, adesso pretendono” spiega monsignor Fausto Bonini, parroco del Duomo di San Lorenzo, sorridendo e allargando le braccia ma fermo nella decisione di istituire un servizio stile ‘body guard’ per impedire che i banchi dei fedeli durante le messe diventi ‘terreno di caccia per gli accattoni’.

La ‘crociata’ preventiva di don Fausto non è contro chi ha bisogno, ma contro chi – come ha sintetizzato l’assessore Gianfranco Bettin – farebbe parte di una “associazione per delinquere” che ha nella richiesta violenta di elemosine una delle sue forme. Sul banco degli ‘imputatì i cosiddetti ‘Barbanera’, accattoni nomadi di etnia rom così chiamati per la barba lunga incolta dei maschi, che negli ultimi mesi avrebbero ‘colonizzat0’ intere aree del centro di Mestre e che sono presenti in modo massiccio anche a Venezia, specie ai piedi dei ponti lungo le direttrici turistiche. Un fenomeno cresciuto a dismisura che si è ulteriore inasprito quando al chiedere l’elemosina si sono unite minacce se non addirittura atti di violenza fisica.

Per preservare il Duomo dai ‘Barbanera’, provenienti dalla Romania, don Fausto ha così attivato un servizio di volontari davanti agli ingressi in occasione delle funzioni. Negli ultimi tempi qualche accattone era entrato in chiesa disturbando la messa a caccia di denaro. “Domenica scorsa abbiamo fatto il primo esperimento con i volontari – spiega mons. Bonini – ma confido nel passaparola tra gli accattoni perché già domani non si presentino. Questi personaggi però sono divenuti un’emergenza sociale per la città”.

Dei ‘Barbanera’ si conosce anche il modus operandi: si dividono in ‘villaggi’ composti da nuclei familiari di alcune decine di persone e abitualmente occupano spazi industriali abbandonati o aree sotto i cavalcavia tra Marghera e Mestre. Di prima mattina si danno appuntamento in luoghi strategici e dopo trattative, che spesso sfociano in alterchi, si spartiscono le zone dove andare a chiedere l’elemosina. Ambiti, oltre ai portoni delle chiese, gli spazi davanti ai supermercati. La sera rientrano in ordine sparso nelle loro tendopoli, non prima di aver ‘saccheggiato’ i cassonetti delle immondizie da quanto può essere utile al loro ‘stile di vità.

Negli ultimi giorni, si è alzato anche il livello della tensione cittadina dopo la segnalazione che fuori da un supermercato al diniego di una cliente di dare l’obolo per il “parcheggio” una nomade del gruppo ha strappato un ramo d’albero e ha strisciato l’auto. L’amministrazione comunale ha fatto subito scattare la rimozione di una delle tendopoli, mentre altri provvedimenti sono al vaglio del vice sindaco di Venezia Sandro Simionato. Per Bettin, la strada è quella del foglio di via visto che non possono essere espulsi perché, essendo romeni, sono a tutti gli effetti cittadini comunitari. La questione sarà al centro lunedì prossimo di una riunione, convocata dal Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, del comitato per l’ordine e la sicurezza.

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