L’arcidiocesi di Rio de Janeiro prevede uno sforamento del budget destinato alle iniziative della Giornata Mondiale della Gioventù, e chiede aiuto alle autorità brasiliane. Dando un occhio alle cifre della manifestazione che si volgerà in città tra il 23 e il 28 luglio, dei 350 milioni di real complessivi previsti per le varie attività (oltre 120 milioni di euro), secondo gli organizzatori ne mancherebbero all’appello ben 150. Novanta milioni sono stati quelli che la Santa Sede ha gentilmente chiesto come ulteriore contributo ai governi federali, statale e alla prefettura di Rio, in maniera equamente ripartita. Ma non è andata bene: le autorità brasiliane infatti, riunite con un rappresentante del Vaticano la scorsa settimana, si sono trovate d’accordo e hanno fatto fronte comune nel dire no a questa possibilità, come ricostruito da O Globo.

Impossibile sborsare altri 30 milioni di Real a testa come richiesto, soprattutto dopo gli sforzi già fatti per metter su le infrastrutture e per ottimizzare i servizi che saranno utilizzati dai due milioni di pellegrini che si stima parteciperanno agli eventi. Senza contare le eventuali proteste della popolazione, sempre più critica nell’analizzare le modalità di spesa delle risorse pubbliche. Solo il governo federale sborserà infatti 112 milioni in investimenti indiretti, come personale ed equipaggiamento. Ben 69 milioni sono gestiti dalla struttura ministeriale creata apposta per i grandi eventi e che ha già le risorse ridotte al lumicino. Quanto al governo dello Stato di Rio, contribuirà con 26 milioni di Real solo alle spese di trasporto di metropolitana, treni e imbarcazioni per garantire spostamenti gratuiti a pellegrini e volontari tra le varie attrazioni che si svolgeranno in città. Oltre che all’installazione di alcuni palchi tra quelli principali dove il Papa celebrerà i più importanti riti.

A carico dello Stato anche tutte le spese di sicurezza e gli straordinari per vigili del fuoco e in particolare degli operatori di polizia che saranno chiamati a un superlavoro, considerate anche le numerose tappe in favelas che vedranno la partecipazione di Papa Francesco, come voluto dallo stesso Pontefice. La parte maggiore dell’organizzazione dell’attesissima Giornata mondiale della Gioventù, sarà a carico dei fedeli, in misura quasi del 70%. Ciascuno di questi contribuirà con offerte dai 100 ai 600 Real a testa. Venti milioni complessivi sono invece quelli provenienti dai patrocinatori dell’evento, tra i quali le banche Bradesco, Itaú e Santander, la Ferrero, Estácio, Nestlé, Mc Donald’s e la compagnia aerea brasiliana Tam. Le cui singole quote di contribuzione sono tenute segrete.

Nonostante ciò il denaro sembra non bastare e, puntando sull’importanza anche religiosa dell’evento, in un’area dove l’offensiva evangelica è allarmante, l’arcidiocesi carioca non ha esitato a tendere la mano. Al momento senza successo. Di fronte alle spese cresciute a dismisura e alla carenza di nuovi fondi, le autorità brasiliane hanno anche avanzato l’ipotesi di rivedere l’organizzazione, magari eliminando alcune iniziative dalla ricchissima programmazione. Una possibilità cui l’arcidiocesi si è opposta fermamente. Toccherà dunque al Paese organizzatore cercare di mettere freno alla spesa, tagliando dove possibile. Non potendo cancellare gli eventi musicali e artistici che vedranno la partecipazione di 300 artisti, non potendo neanche limitare la partecipazione e lo spostamento di massa dei fedeli dall’aeroporto alla spiaggia di Copacabana e fino alla Zona est dove ci sarà la principale funzione religiosa, bisognerà trovare altre soluzioni. Pare che si possa intervenire su alcuni trasferimenti interni. E così il Santo Padre viaggerà tra San Paolo e Rio preferibilmente con l’aereo presidenziale piuttosto che in elicottero come previsto e la ‘papamobile’ verrà trasportata non più con un C130, ma via terra. Piccoli accorgimenti certo che però non serviranno a risparmiare molto denaro.

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