Il Movimento no Tav come la Resistenza? Sì, anzi no. Perché se è vero che l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza “Giorgio Agosti” ha istituito un fondo di documentazione sul Movimento No Tav in Val di Susa, è anche vero che i documenti – per lo più volantini – sono patrimonio di uno degli attivisti più conosciuti. È stata “sancita l’unità dei valori della Resistenza a quelli del Movimento No Tav della Val Susa” sostiene Fabrizio Salmoni, uno dei più seguiti blogger della protesta contro l’Alta velocità. Peccato che non sia un’iniziativa autonoma dell’Istituto, ma dell’offerta di documentazione personale di Salmoni stesso che il centro ha ritenuto di acquisire. Una prassi per l’istituto che però è salutata come un “notevole atto di coraggio politico e culturale” dal blogger.  

Sul sito dell’attivista No Tav – giornalista, scrittore, studioso di storia militare e già consulente dell’Assessorato alla gioventù del Comune di Torino – si legge: “Superfluo soffermarsi sul valore politico dell’iniziativa che associa direttamente la Resistenza storica contro il nazifascismo alla resistenza popolare dei valsusini contro la speculazione, la devastazione del territorio, la mafia e l’occupazione militare”. Fin qui l’identificazione con i partigiani, poi la polemica: “Un’occasione in più per contribuire a rinnovare il dibattito sulle cosiddette “Nuove resistenze” e, perché no, ad assecondare il ricambio generazionale in un’Anpi arenata da tempo nelle paludi della retorica istituzionale e in mano a una dirigenza pavida o sottomessa al Pd”. 

Il riferimento è al duro botta e risposta più volte scoppiato tra il movimento e l’associazione dei partigiani Anpi, presieduta a Torino dall’ex sindaco della città Diego Novelli, che in diverse occasioni ha preso le distanze dal movimento. “Sulla Tav parte degli iscritti sono favorevoli mentre altri sono contrari”, spiega a ilfattoquotidiano.it l’ex sindaco “a livello congressuale abbiamo deciso che l’associazione non ha una posizione né favorevole né contraria, ma tutti gli iscritti concordano sul fatto che vanno rispettate le regole della democrazia”. 

A gettare acqua sul fuoco delle polemiche e a spiegare arriva il direttore dell’Istituto per la Resistenza, Luciano Boccalatte, sentito da ilfattoquotidiano.it. Boccalatte ha preso nettamente le distanze da una lettura politica dell’iniziativa: “Non si tratta affatto di un fondo di documentazione No Tav, ma di un fondo personale di un attivista, che noi trattiamo come tanti altri fondi, archiviando documentazione”. In soldoni, l’Istituto ha acquisito il fondo personale di Fabrizio Salmoni, costituito sostanzialmente da volantini, e lo ha archiviato insieme agli altri fondi personali. “Quel che è accaduto è una prassi per il nostro istituto” spiega il direttore “che ha un’attenzione verso la società nel suo complesso e raccoglie documentazione su movimenti e partiti. Creare un centro di documentazione No Tav è un’altra cosa. E noi non intendiamo assolutamente costituirlo”.

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