Ricevo e pubblico la richiesta di replica al mio post del 29 giugno a “Riforma della (in)giustizia” precisando che il mio inciso “dalla impunità assoluta del personale amministrativo inetto” è palesemente indicativo di quella sola parte del personale amministrativo inetto. Diversamente avrei scritto “di tutto il”  ma non sarebbe potuto certo accadere perché non lo penso. Come noto ci sono negligenti e imperiti tra tutte le categorie: personale amministrativo, giudici, avvocati. Dalla lettura dell’intero articolo si comprende agevolmente che faccio riferimento ai negligenti impuniti, che pure possono creare danni  enormi. (MAM)

Gentile Direttore, le scrivo per stigmatizzare il contenuto offensivo di un articolo apparso sul suo quotidiano on line: mi riferisco a “Riforma della (in)giustizia” comparso il 29 giugno a firma di Adriano Mazzola. Il suddetto giornalista, o blogger che sia, definisce in una frase “inetto” e sottoposto a una fantomatica “impunità” il personale amministrativo della giustizia. Capisco, ma fino a un certo punto, l’attacco politico confuso che spesso un certo tipo di giornalismo usa fare, siamo abituati alle campagne stampa diffamatorie senza fondamento, ci ha abituati proprio una stampa sensazionalista e disinformante che cavalca le campagne mediatiche di questo e quel partito.

Tuttavia sarebbe utile da parte vostra, se intendete fare vera informazione, approfondire quali sono veramente i mali del servizio giustizia senza attacchi scomposti e generalizzati. La giustizia negli ultimi 10 anni è stata gravemente depauperata di risorse tramite una campagna distruttiva, lenta ma inesorabile, che per chiari motivi politici ha reso impossibile garantire un servizio accettabile alla cittadinanza.

Certamente il suddetto blogger non sa, o finge di non sapere, che la carenze di organico del personale della giustizia sono talmente grandi da far escludere l’Organizzazione Giudiziaria dalla spending review del governo Monti; 7000 carenze su tutto il territorio nazionale, con punte del 35% in città come Milano o Venezia. Certamente il suddetto blogger non sa che il personale della giustizia ha il contratto bloccato, guadagna in media 1300 €, ed ha la carriera ferma da oltre 13 anni; oppure che si sobbarca tantissime ore di straordinario per cercare di far fronte alla anormale attività e che sino ad oggi sono stati fatti investimenti sbagliati sull’informatica che non hanno permesso la modernizzazione del sistema. Certo è vero che manca un progetto di organizzazione e che sino ad oggi, a parte un vano tentativo fallito con la caduta del governo Prodi, non c’è stato alcun governo, compreso l’attuale, in grado di formulare riforme della giustizia che veramente potessero garantire un miglior servizio per i cittadini. Ma questo è colpa della politica e non del personale amministrativo che da anni si barcamena tra un governo e l’altro e manda avanti la baracca con abnegazione. Se si vuole parlare di riforma della giustizia si legga quella della FPCGIL che prevede una rivoluzione copernicana delle cancellerie guardano alle esperienze europee (http:/lwww.fpcqil.it/flex/cm/paqes/ServeBLOB.php/LIIT/IDPaqina/209J).

Certamente noi non ci permetteremmo mai di chiamare ‘inetto’ il blogger di cui sopra, ma senza dubbio ci sentiamo di dire che è ‘ignorante’ in quanto ignora la realtà delle cose e si permette di dare degli inetti ai lavoratori.

Certi che vorrà pubblicare questa nostra risposta le inviamo distinti saluti, Roma, 2 luglio 2013

per Funzioni Centrali FPCGIL

Nicoletta Grieco

 

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