Mentre in Europa e negli Stati Uniti si apre ai matrimoni fra omosessuali, in Italia ancora si attende la legge sulle unioni civili, come pure quella contro l’omofobia. Segno del ritardo della politica o più in generale di una cultura diffusa ancora impregnata di pregiudizi verso gay, lesbiche, bisessuali e transessuali? ‘Uomo da marciapiede‘ ha posto la questione ai partecipanti al Mix, il festival di cinema gay e lesbico di Milano giunto alla 27esima edizione, dialogando con molti omosessuali dichiarati. “La discriminazione sociale è dura a morire, l’Italia è ancora un paese culturalmente omofobo“, denunciano alcuni. “Il problema riguarda in particolare il sud e la provincia italiana, non certo una città come Milano”, specificano altri. “No, il problema non è quello di dichiararsi in società, la vera questione riguarda i diritti, le leggi che ancora mancano”, sostengono altri ancora. Due sembrano le priorità: una legge contro l’omofobia e l’estensione delle unioni civili anche alle ‘coppie same sex’. Riforme alle quali si oppone una politica ancora subalterna a un certo cattolicesimo che “non apre gli occhi, non si rende conto, non accoglie”. Come se ne esce? “E’ necessario un radicale cambio di mentalità delle nuove generazioni”, nonché una rappresentazione meno banalizzante sui media, come pure la rinuncia da parte della comunità gay alle punte dell’esibizionismo e dell’auto-ghettizzazione. Ma è vero tuttavia che le cose stanno lentamente cambiando: “Difficile immaginare, ad esempio, che due regioni come Sicilia e Puglia sarebbero state amministrate da gay dichiarati”. E voi come la pensate? Dite la vostra nei comenti o votando la risposta che vi convince di più   di Piero Ricca, riprese e montaggio di Ricky Farina, musica di Nicola Gelo

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Gay Pride a Milano: “Se mancano i diritti è colpa della politica, il Paese è pronto”

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