L’espulsione di Gambaro e ora le dimissioni di De Pin mostrano platealmente cosa non funziona nel M5S. In tutti i “movimenti dal basso”, il leaderismo sbatte sempre con il dissenso interno. Alla fine, decidono in pochi, il leader per lo più. Questo accadeva anche nei gruppi anni 70, in fondo. La dinamica tra il leaderino e il militante di base è disseminata di liti, scontri, cacciate, frustrazioni, espulsioni, anatemi.

Ora, c’è di nuovo che il sistema politico claudica, non ha più idee nuove o forti e perde consenso. E c’è di nuovo, nel caso M5S e non solo, il mezzo della comunicazione politica: Grillo ha il merito di avere usato il web per far nascere un movimento e far esplodere la critica al vecchio sistema.

Bene. Ma il web da solo non cambia le regole della democrazia. E’ una piazza ma le espulsioni non si facevano nelle piazze (nel medioevo sì, ma quella si chiamava gogna) di una volta e la “piazza telematica” non può essere cosa diversa dall’agorà. Deve includere e non escludere, dà a tutti l’opportunità di dire.

Se invece la piazza del web è usata come plebiscito (chi c’è c’è e gli assenti hanno sempre torto) o come grimaldello (ricorro al web “sovrano” e lo faccio per dartelo in testa), il dissenso perde sempre. E la democrazia sta proprio nella legalizzazione del dissenso e nella diversità di punti di vista, non è più una democrazia quella che conta la maggioranza ed esclude le minoranze. Assisteremo ad altre espulsioni con questo metodo tribunizio usato nel Movimento Cinque stelle. Ma credo che non potremo dire che questa è la nuova forma democratica dei gruppi politici.

Non lo era prima e non lo è nell’era 2.0. Dove, sul web o nelle piazze, nei giornali o nei gruppi politici, chi non è d’accordo viene messo a tacere o è costretto ad andar via, non c’è democrazia. Quali altri sistemi vi ricorda il fatto che chi dissente viene bollato di essere “un agente del nemico”? Questo è accaduto nel M5S.

Con un clic, come si usa ora, direi non mi piace. Tante espulsioni per dissenso spaventano. E da cronista osservo. Grillo e i suoi seguaci dicono: chi non è d’accordo se ne vada. Ma questa è vecchia e autoritaria politica, come nel Pci filo-sovietico degli anni 50, come nella Turchia di Erdogan.

A me il M5S non fa antipatia, ma I don’t like it. Credo che molti notisti e molti giornali e tg lo abbiano “pompato” come novità ma solo per noia – legittima – nei confronti del vecchio e impresentabile sistema politico italiano.

Il web non va bene se viene usato come butta-fuori, tanto meno come Cassazione. Il popolo del web non è un’assemblea politica, non è un fine ma un mezzo; il web è – deve essere – un luogo di libertà ma non dà identità politica, lo usano tanti ma diversi e la democrazia non sarà mai cliccare sul proprio pc, per escludere chi non è d’accordo.

E poi: un clic per contare che cosa? 

Articolo Precedente

Riforma della Rai: conservare o dissolvere?

next
Articolo Successivo

Grillo contro le tv: “Giornalisti, pentitevi. Lo hanno fatto anche i mafiosi”

next