Borse europee in difficoltà in scia alle indicazioni arrivate dalla Federal Reserve, relative a una possibile limitazione delle misure di stimolo all’economia. In rosso quindi l’intero continente che replica al tonfo dei mercati asiatici. Parigi maglia nera con un calo del 3,6%, mentre Piazza Affari ha chiuso in calo di oltre il 3%. Male anche Francoforte -3,28% e Londra -2,98%.

La Borsa di Milano è trascinata al ribasso principalmente dal comparto bancario. Male anche lo spread tra Btp e Bund tedeschi che, dopo un’iniziale stabilità dovuta all’innalzamento dei rendimenti del Bund, si è allargato a 291 punti base per poi chiudere a 288. “La reazione del mercato è stata esagerata”, ha commentato Vincenzo Longo, analista di Ig. “Prima o poi la Fed avrebbe ridotto il piano di acquisto di titoli e il presidente Ben Bernanke è stato molto chiaro sulle modalità con cui verrà condotto tale piano”.

Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha spiegato ieri che le prospettive sull’economia e sul mercato del lavoro americano sono più rosee. E per questo, se come da previsioni si andrà verso un tasso di disoccupazione al 6,5% nel 2014, potrebbe essere opportuno frenare gli acquisti di bond che servono a stimolare il mercato. Un obiettivo che resta distante, soprattutto alla luce dei dati odierni sui sussidi di disoccupazione, che sono cresciuti più del previsto deludendo gli analisti.

Ma a spaventare gli investitori non è soltanto l’annuncio della Fed. Anche le Borse asiatiche sono infatti andate a picco in scia ai timori di una stretta del credito in Cina. In questo scenario i listini del far east hanno perso mediamente il 3,6%, registrando il peggior tonfo in quasi due anni. Pensanti soprattutto le quattro piazze finanziarie più importanti del continente come Hong Kong (-2,64%), Shangai (-2,34%), Seul (-2%) e Tokyo (-1,74%). “Molti investitori speravano che la festa dei soldi a basso costo andasse avanti e invece Bernanke ha fatto capire che presto la barra tornerà dritta”, ha commentato un operatore.

I timori sul fronte asiatico sono dovuti principalmente ai dati preoccupanti sull’espansione economica. L’indice Pmi manifatturiero cinese – ovvero le previsioni dei responsabili degli acquisti – è sceso nel mese di giugno ai minimi da nove mesi. E la rilevazione flash di Hsbc è arretrata a 48,3 punti, dai 49,2 punti di maggio, assestandosi ben al di sotto dei 50 punti che separano le fasi di espansione da quelle di contrazione dell’economia.

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