Vogliamo ringraziare le migliaia di donne e di uomini che, anche in Italia, hanno raccolto l’appello lanciato, attraverso Change.org, da Articolo21 contro lo spegnimento brutale e autoritario della tv pubblica greca Ert.
Non si trattava e non si tratta di difendere i servizi pubblici per principio o per antico vizio ideologico, ma di respingere l’idea che un governo, qualunque sia il suo colore, possa disporre la chiusura di un emittente per decreto e addirittura, inviare la polizia a disattivare i ripetitori.

Ciascuno è libero di pensarla come crede sulla opportunità di privatizzare integralmente i servizi pubblici (peraltro dove lo hanno fatto stanno precipitosamente tornando indietro), ma quello che hanno tentato in Grecia non ha nulla a che vedere con le legittime critiche di chi, anche in Italia, vorrebbe una Rai più libera dalle interferenze dei governi, dei partiti, delle logge.

La decisione della Corte Suprema, la corte costituzionale ellenica, di annullare le decisioni del premier Samaras, appoggiata in Parlamento solo dai neonazisti di Alba dotata, rappresenta una vittoria per chi non accetta la logica del bavaglio, del colpo di mano, dell’oscuramento deciso da un gruppo di oligarchi.

La sconfitta di un metodo brutale e autoritario, rappresenta un punto fermo per la Grecia e non solo.
Chi, anche in Italia, punta all’antica disegno di “dissolvere il servizio pubblico” ( come recitava il piano di Licio Gelli) dovrà pensarci due volte, perché la Corte Costituzionale non è ancora stata abrogata, con buona pace dei presidenzialisti vecchi, nuovi e nuovissimi.

Dal momento, tuttavia, che non ci piace neppure questa Rai e ancora meno l’irrisolto conflitto di interessi, ci permettiamo di chiedere, a noi stessi in primo luogo, e ai parlamentari di Sel, Pd, 5 stelle che hanno presentato proposte su questi temi, di predisporre un progetto comune per risolvere il conflitto di interessi, introdurre le norme antitrust e liberare le Autorità di garanzia e la a Rai da ogni interferenza indebita.

I numeri per farlo ci sono, forse è giunto il momento di provarci; anche perché sarà istruttivo vedere chi, pur di non dare un dispiacere all’amico Silvio e agli amici della Rai, si rifiuterà di adeguare l’Italia agli standard europei.
Mai come in questo caso sarà lecito dire e scrivere: “Ce lo chiede l’Europa? E chi se ne frega…”.

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