La vendita della Rai frutterebbe “circa 2 miliardi di euro” allo Stato italiano, che è sempre alla disperata ricerca di risorse per finanziare la crescita e ridurre il carico fiscale. E alleggerirebbe al contempo il bilancio pubblico da una partecipazione che lo scorso anno ha generato 244 milioni di perdite. E’ quanto rileva Mediobanca Securities in un report pubblicato sulla scia della decisione della Grecia, che ha messo sul mercato la sua tv pubblica (Ert) per contribuire al risanamento dei conti.

“La privatizzazione della tv di Stato permetterebbe al governo italiano di incassare circa 2 miliardi di euro”, spiegano gli analisti dell’istituto di Piazzetta Cuccia, che valutano l’azienda televisiva circa 2,6 miliardi di euro. La sola vendita di Ray Way (proprietaria delle infrastrutture di trasmissione), secondo gli esperti, vale 600 milioni di euro. “Si potrebbe argomentare che la redditività della Rai è di molto inferiore a quella della media dei rivali”, aggiungono, “ma questo gap potrebbe essere colmato considerando il potenziale premio di controllo per la cessione”.

Nonostante la sete di denari del governo, Mediobanca stessa solleva dubbi sul fatto che la privatizzazione possa andare in porto a causa del suoi “risvolti sociali”, sottolineando che “sono coinvolti più di 13mila lavoratori e non saremmo sorpresi se i sindacati minacciassero diversi giorni di sciopero“. Non mancano poi i risvolti politici. L’istituto di credito precisa infatti che “il potere esercitato dal Parlamento sulla Rai è tradizionalmente notevole” e questo potrebbe influire sull’ipotesi di vendita.

In mancanza della volontà di privatizzare, i consigli di Mediobanca per fare un pò di cassa sono due: vendere comunque Rai Way e portare a casa i 600 milioni e combattere l’evasione sul canone che, secondo un report di Krls Network of Business Ethics, ha raggiunto nel 2012 il livello record del 44%. “Se il governo dimezzasse questi numeri, tornando ai livelli del 2005, incasserebbe 600 milioni all’anno”, concludono gli analisti.

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