Per arginare il problema delle infinite liste d’attesa nella scuola pre-materna del Comune di Roma, l’ex sindaco Gianni Alemanno si è affidato ai privati, affidando loro alcuni asili nido in concessione. Di anno in anno le liste sono aumentate al punto che a settembre solo un bambino romano su due riusciva ad entrare al nido. La questione andava risolta, tenendo bene a mente la necessita del Comune di abbattere i costi. E’ allora che l’ex-sindaco si e giocato la carta delle concessioni ai privati, indicando sul bando di gara per otto nidi una base d’asta pari a 480 euro al mese a bambino. Cifra irrisoria, se si pensa che secondo uno studio del Cnel la spesa minima mensile per bimbo dovrebbe essere di circa 600 euro. La cifra ha destato le perplessità di chi domanda come sia possibile mandare avanti l’attività – e magari ricavarne un profitto – con un budget che non ricopre neanche gli stipendi degli educatori. “E’ sufficiente essere dei bravi imprenditori – spiega Domenico Crea, amministratore di Esperia srl, che gia nel primo bando del 2010 si era aggiudicata la gestione di due asili. “Considerata la possibilita data dal Comune di utilizzare le scuole anche negli orari extra-scolastici” – continua Crea – “per rientrare delle spese si organizzano corsi di ogni tipo, dagli incontri genitoriali a quelli di primo soccorso”. Secondo Crea, nel rispetto della qualita dell’insegnamento, questi servizi sono utili e consentono un notevole risparmio di soldi pubblici. “E allora perché questo tipo di pratica non la mette in atto il Comune di Roma?” A porre la domanda è Fabio Moscovini della FP Cgil Roma e Lazio, che aggiunge: “Visto che il Comune e perennemente in rosso, perche lasciare un potenziale guadagno per il pubblico alla gestione dei privati?”  di Valeria Abate

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