A San Rocco al Porto, provincia di Lodi, c’era uno dei tanti invasi dove la ‘ndrangheta sversava rifiuti tossici. Il caso è stato sollevato grazie all’inchiesta “Fly Hole” della Dda si Milano, secondo cui gli scarti pericolosi venivano prima declassificati in terra e roccia e poi sistemanti negli invasi. Ma nel frattempo la cava è stata chiusa e oggi sopra il buco ci sono distese di campi di mais. “Noi di quello che leggiamo sui giornali (che lì sotto ci possono essere i rifiuti della mafia, ndr) non ne siamo ufficialmente informati”, si difende il sindaco Giuseppe Ravera, ma intanto i cittadini sono preoccupati e chiedono all’amministrazione di intervenire per sapere davvero cosa si nasconde sotto la terra  di Fabio Abati

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Spending review, una proposta: abolire il Ministero dell’Ambiente

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Il Nord Europa è a caccia di rifiuti per scaldarsi. Quelli italiani? “Troppo sporchi”

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