Trasferta romana al carcere di Rebibbia per il processo Borsellino quater che si svolge a Caltanissetta. Vengono interrogati in questi giorni i collaboratori di giustizia Fabio Tranchina, Giovanni Brusca, Gaspare Spatuzza e Nino Giuffrè. “I pentiti stanno confermando il nostro impianto accusatorio e l’ipotesi della trattativa”, afferma il procuratore nisseno Sergio Lari. Tra le novità un lungo colloquio investigativo rimasto finora segreto in cui nel 1998 Spatuzza all’allora procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna e al suo collaboratore Pietro Grasso quella che diventerà poi la sua verità sull’attentato a Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio. “Quel verbale non ha valore processuale”, precisa Lari. “Certo – prosegue il procuratore di Caltanissetta – se si batteva il ferro finché era caldo, si poteva arrivare a determinate verità molto prima del 2008, quando Spatuzza decide di collaborare con la giustizia”. Per Salvatore Borsellino ora “quello che va capito è chi ha voluto il depistaggio, perché sono stati condannati per sbaglio dei mafiosi non legati alla strage e qual è il peso dei servizi segreti”  di Irene Buscemi

 

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Strage via D’Amelio, Spatuzza rivelò a Grasso il depistaggio già nel 1998

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Giuseppe Uva, la corte d’appello assolve lo psichiatra: “Non è stata colpa sua”

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