La tenuta dei grillini – con la speranza di una conferma del modello siciliano – e l’annoso duello tra un centrosinistra e un centrodestra sfilacciati se non divisi. Domenica e lunedì urne aperte anche in Sicilia orientale. Un’occasione per misurare la forza del governo di Rosario Crocetta, sostenuto da Pd, Udc e dalla sua lista, Il Megafono, e puntellato dal Movimento 5 stelle. Quattro i capoluoghi al voto – Messina, Catania, Siracusa e Ragusa – e 137 i Comuni. Cancellate le elezioni provinciali a causa dell’abolizione degli enti voluta dal governatore Crocetta, in pochi mesi, da marzo, è partita la corsa al posizionamento di quanti sono rimasti esclusi dalle regionali di fine ottobre.

MESSINA – Nella città dello Stretto, con un bilancio disastroso e un anno di commissariamento con i quali fare i conti, saranno in sei a contendersi la poltrona di primo cittadino. Il centrodestra parte diviso dalla richiesta (poi negata) di alcuni ex di Alleanza nazionale di fare le primarie di coalizione. Per questo l’ex assessore Gianfranco Scoglio ha deciso di correre da solo con la lista Nuova alleanza, sostenuto dall’ex sindaco Giuseppe Buzzanca. Enzo Garofalo, deputato del Pdl, unisce alla sua lista anche Fratelli d’Italia e le civiche Siamo Messina, Autonomisti Messina e Popolo dell’avvenire. Fronte compatto, invece, per il centrosinistra che propone Felice Calabrò (vincitore delle primarie) con un’alleanza tra Pd, Udc, Psi-Progressisti democratici, Megafono, Lista Crocetta, Democratici riformisti e le civiche Felici per Messina, Messina nuova e La farfalla. Anche il fronte degli outsider è frammentato: da un lato il Movimento 5 stelle correrà con Maria Cristina Saija, dall’altro il pacifista e creatore del movimento No ponte Renato Accorinti, divideranno l’elettorato sensibile ai temi forti dei grillini. Alessandro Tinaglia, infine, è il candidato della lista Reset.

CATANIA – Superstizione vuole che la coalizione che amministra la città di Catania ottenga anche palazzo Chigi. Come a Messina, anche nel capoluogo etneo le casse comunali piangono, tanto che è stato dichiarato lo stato di pre-dissesto. L’uscente Raffaele Stancanelli, che ha rinunciato alla poltrona al Senato per proseguire il mandato, conta su un’intesa scricchiolante nel centrodestra. Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, tra le quattro liste che lo sostengono non figura quella del suo partito, decisione che avrebbe portato qualche malcontento tra le file del gruppo guidato da Giorgia Meloni. Stancanelli, che si dice certo della riconferma, dovrà affrontare il testa a testa con un altro nome noto in città e a Roma, Enzo Bianco. Tre volte sindaco (nel 1988, 1993 e 1997) ha lasciato nel 2000 la Sicilia per fare il ministro degli Interni. Ha ritentato la scalata a palazzo degli Elefanti nel 2005, ma è stato battuto da Umberto Scapagnini in una competizione intorbidita dallo scandalo per lauti rimborsi ai dipendenti comunali a ridosso delle votazioni. Anche per Bianco la candidatura non è stata agevole: la decisione di non organizzare le primarie ha prodotto una profonda spaccatura soprattutto con l’area giovane del Pd e con la società civile.

Da qui viene uno dei quattro outsider della competizione, il docente universitario di Macroeconomia Maurizio Caserta, candidato con una lista civica, che dovrà dividersi l’elettorato con il 24enne Matteo Iannitti, militante di Rifondazione comunista e punto di riferimento della politica giovanile affine alla sinistra. Non un volto nuovo Tuccio D’Urso, ingegnere sostenitore delle grandi opere pubbliche – ha condotto tutta la campagna elettorale indossando un caschetto giallo da cantiere – ha alle sue spalle una lunga esperienza come dirigente tecnico e per la sua attività di direttore dell’ufficio speciale per l’emergenza traffico al Comune di Catania. Proprio per una “grande opera”, un parcheggio sotterraneo, è stato indagato per abuso d’ufficio e di recente assolto. È un mistero, invece, la candidatura della grillina Lidia Adorno. Scelta da un Movimento, quello catanese, già spaccato di suo in due gruppi, di lei si conosce ben poco.

RAGUSA – Sei sono i concorrenti alla carica di primo cittadino pure a Ragusa, città anch’essa commissariata dopo le dimissioni dell’ex sindaco Nello Di Pasquale, candidato eletto all’Assemblea regionale siciliana. Sfida aperta tra il presidente uscente della Provincia iblea Franco Antoci (che correrà con il Pdl e le liste civiche Ragusa protagonista e Movimento civico ibleo) e Giovanni Cosentini (con la coalizione Megafono, Lista Crocetta, Pd, Udc, Territorio e Ragusa domani). Si affronteranno anche Federico Piccitto per il Movimento 5 stelle e le liste civiche di Enrico Platania, Francesco Barone e Giovanni Iacono.

SIRACUSA – Occhi puntati sul renziano Giancarlo Garozzo – che conta su un ampio sostegno dopo aver vinto le primarie del centrosinistra – ed Edy Bandiera, presidente del consiglio comunale uscente che riunisce Udc e Pdl grazie all’appoggio dell’ex ministro siracusano Stefania Prestigiacomo. Anche nella città aretusea il centrodestra si è diviso sul nome del candidato, con una frangia del Pdl che sostiene l’ex assessore Ezechia Reale. Marco Ortisi è il nome del candidato del Movimento 5 stelle. Una sfida sostanziosa nei numeri, vista la presenza di altri quattro aspiranti primo cittadino: l’ex senatore Franco Greco, l’ex assessore provinciale Gianni Briante, Santi Pane e Pucci La Torre.

 di Carmen Valisano

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