“Non siamo militari e cittadini di serie B”. Familiari e vittime dell’uranio impoverito si sono dati appuntamento a Roma in Piazza Montecitorio per chiedere un incontro con i rappresentanti di quella politica “assente e indifferente” di fronte agli oltre 300 morti e 3.500 malati. “Dopo le decine di sentenze amministrative che hanno stabilito come causa del decesso l’uranio impoverito, l’Avvocatura dello Stato – dice Domenico Leggiero responsabile dell’Osservatorio Militare – sta utilizzando tutti i cavilli giudiziari e burocratici per impedire i risarcimenti. “Abbiamo vinto una causa con la Corte dei Conti dell’Aquila due anni fa ma non abbiamo ancora visto un centesimo”, spiega il fratello di un militare stroncato da un tumore dopo una missione Kosovo. La richiesta rivolta alle istituzioni è chiara: “Riconoscere queste morti come vittime del dovere, perché – spiega la moglie di un malato – non ci dimentichiamo che loro hanno giurato sulla bandiera”. In piazza c’erano anche alcuni parlamentare del Movimento 5 Stelle. “Ci impegneremo – spiega il deputato Matteo Dall’Osso – a portare avanti quest’istanza con atti ispettivi, denunce e proposte di legge” di Annalisa Ausilio
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