La crisi del mercato immobiliare c’è, ma non tutti se ne preoccupano. Lungo la via Emilia, ad esempio, c’è un comune di oltre 30 mila abitanti che si prepara a dare il via alla costruzione di una vera e propria new town, con centinaia di nuovi appartamenti. Stiamo parlando di San Lazzaro, città alle porte di Bologna tra i più popolosi della provincia. Qui la giunta Pd ha messo nel piano urbanistico torri da 9 piani, 53 nuovi edifici e oltre 580 alloggi. E poi giardini, scuole e centri sociali, per un totale di oltre 260 mila metri quadrati. Una cittadella che dovrebbe cambiare il volto alla frazione di Idice, trasformandola da piccola realtà agricola ai piedi dei colli emiliani a polo residenziale all’avanguardia e super servito. Ma che non piace a tutti. Anzi, il disegno ha spaccato in due la città, con un comitato agguerrito e variegato pronto a dare battaglia all’amministrazione fino all’ultimo.

Mentre il sindaco parla di un gioiellino, gli oppositori, tra i quali ci sono associazioni come Legambiente e la lista civica “Noi cittadini”, hanno già ribattezzato l’intervento edilizio “La colata”. Per il fronte del no, infatti, si tratta di uno scempio, di un favore ai costruttori che mangerà il verde per regalare alla città nuovi ecomostri di cemento. “Spariranno 263 mila metri quadrati di terreno agricolo, equivalenti a 37 campi di calcio oppure al raddoppio della pista dell’aeroporto di Bologna” si legge nell’appello della lista civica Noi cittadini. “Un affare da 200 milioni di euro. In aperta campagna saranno costruiti centinaia di nuovi alloggi, tra torri, palazzi e villette ai confini del Parco dei Gessi e Calanchi dell’Abbadessa, dove migliaia di cittadini di San Lazzaro e anche di Bologna abitualmente vengono a riossigenarsi”.

Oltre agli appelli diffusi online e alla battaglia in consiglio comunale, pochi giorni fa il comitato ha portato in piazza 300 persone, che hanno protestato contro il progetto di Idice al grido di “giù le mani dal verde”. I manifestanti, armati di megafono e striscioni, hanno spiegato a chi passava per il centro come cambieranno lo skyline e la vita quotidiana con la nascita della new town. “Gli abitanti vecchi e nuovi di Idice dovranno sopportare un appesantimento del traffico di 2640 nuovi auto al giorno. Lo stato di crisi del settore immobiliare porterà poi il rischio di vedere cantieri bloccati. Per anni ci troveremo così scheletri abbandonati di cemento, frutti di scelte urbanistiche scellerate”.

Nel mirino delle proteste c’è soprattutto il sindaco del Pd, Marco Macciantelli, accusato “di fare cassa svendendo il territorio”, e di chiudere gli occhi di fronte alle questioni legate al dissesto idrogeologico e al consumo di suolo. Lui però si difende e tira dritto. Liquida la manifestazione come un’iniziativa elettorale, in vista delle amministrative del prossimo anno. E rivendica la bontà del progetto. “Non è vero che non abbiamo ascoltato la comunità. Il piano è il risultato di anni di lavoro e di confronto sul territorio, con sindacati, commercianti, assemblee cittadine, e imprese” si difende. Paura della crisi immobiliare? “Sicuramente va tenuta in considerazione, ma avremo alloggi all’avanguardia dal punto di vista energetico e ambientale, che potranno avere richiamo anche in questo momento di crisi. Noi puntiamo ad accogliere almeno 1000 nuovi cittadini in 15 anni”. Ma sulla carta non ci sono solo appartamenti, uffici e giardini. “Stiamo parlando di un disegno di riqualificazione di Idice, che prevede anche una nuova scuola, un nuovo teatro, piste ciclabili e il 25% di edilizia residenziale. Tutte cose che non si possono dimenticare.”. L’obiettivo, conclude, “è tenere insieme le istanze di chi chiede di moderare la costruzione, con quelle di chi vuole una città inclusiva, solidale e dotata di servizi”.

 

 

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