“La morte di mio fratello non è un caso di malasanità: Stefano non sarebbe mai arrivato in ospedale se non fosse stato massacrato”. E i medici, “indegni di indossare il camice”, “hanno le loro responsabilità, loro lo hanno lasciato morire”. Ilaria Cucchi, all’indomani della sentenza di primo grado riguardo la morte del fratello, spiega nel corso di una conferenza stampa che “i medici avrebbero potuto salvargli la vita, ma non hanno fatto nulla. Ora dovranno fare i conti con la loro coscienza, perché hanno comunque una responsabilità gravissima”. Le parole della sorella del 31enne hanno lasciato il segno e provocato reazioni anche inaspettate. Prima fra tutte quella del sindacato dei medici dirigenti dell’Anaao Assomed, che ha proclamato lo stato di agitazione della categoria contro la sentenza per il processo Cucchi. Secondo l’Anaao, i medici sono “il caprio espiatorio e le loro condanne sono l’alibi per lo Stato”. Accuse gravissime. Solidarietà a Ilaria Cucchi, invece, dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. “Sono consapevole che quello è un dolore che nessuno ha lenito” ha detto il Guardasigilli, precisando però che, in quanto “donna di istituzioni, non mi appartiene dare giudizi sull’operato della magistratura“. 

Nel corso della conferenza stampa convocata per esprimere il parere della famiglia, Ilaria Cucchi ha sottolineato che finora “è stato un processo a Stefano” e ha risposto al primario Aldo Fierro, condannato a due anni per omicidio colposo, che aveva detto: “Vedremo in futuro quello che succederà, faccio il medico da 40 anni, amo questo lavoro. Ho sempre fatto gli interessi dei più deboli”. Amareggiato per l’esito processuale, Fierro aveva poi aggiunto: “Non ho mai visto Cucchi e non capisco come è possibile che possa essere coinvolto in questa storia. Se questo è il nostro Paese penso almeno che presto me ne andrò in pensione. Non ho nulla da nascondere”. Poi ha specificato: ”Voglio evitare qualsiasi contropolemica. So solo che la colpa è solo nostra, solo dei medici. E meno male che non siamo delinquenti”. 

Nel corso della conferenza stampa, Ilaria ha però insistito sull’intenzione di non arrendersi: “Noi andremo avanti nonostante tutto perchè nella giustizia abbiamo creduto, in quella stessa giustizia che ha tradito mio fratello per due volte. La prima volta durante la direttissima, quando l’ha processato come albanese senza fissa dimora, senza neanche porsi lo scrupolo di guardarlo in faccia. E che l’ha tradito di nuovo ieri, dove con una sentenza gli sono state per la seconda volta voltate le spalle. Noi – ha concluso – nella giustizia continuiamo a credere, vogliamo continuare a illuderci, e andiamo avanti fino alla fine”.

Accanto alla sorella di Stefano Cucchi è intervenuto anche Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani e fondatore dell’associazione “A buon diritto” da sempre impegnata nel caso, che ha ricordato quando “il senatore Carlo Giovanardi lo ha definito tossicodipendente, anoressico, larva, zombie“. ”Questo processo – ha precisato Ilaria – ha anche rispecchiato la nostra cultura. E’ stato un processo alla vita di mio fratello, alla sua magrezza, ai suoi rapporti familiari”. E ha ricordato alcune conversazioni telefoniche tra gli imputati che additavano Stefano Cucchi come “un tossico”, “lo hanno lasciato morire perchè era drogato”.

Si è schierata a fianco di Ilaria Cucchi e contro la decisone dei giudici anche Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, il diciottenne deceduto nel 2005 a Ferrara durante un controllo di polizia. ”La sentenza è un oltraggio alla Giustizia, al buon senso e alla logica – ha scritto su Facebook-. Del resto il processo è partito dalla fine, dal ricovero in ospedale. Tutto il contrario della realtà, come se Stefano Cucchi non avesse subito il pestaggio che si vede dalle foto. Coperto dal peggior nulla che ci sia: quello di chi non vuol vedere e sentire”. E prosegue sul suo profilo: “Le amiche dei Cucchi e mie circondate da guardie armate e sorvegliate a vista…. Temo che ci siano da parte dei potenti alcuni problemi nel discernere i delinquenti. Ve lo dico io: gli assassini sono quelli che ammazzano di botte la gente. Se non lo capite cambiate mestiere. Ci fate paura e non vi vogliamo nella nostra Italia onesta”.

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