La Camera dei Lord ha approvato il testo della riforma del matrimonio voluta dal primo ministro David Cameron. Decine di coppie gay hanno salutato la notizia davanti a Westminster con lanci di palloncini e striscioni, mentre a Soho, storico quartiere gay della capitale britannica, sono previste feste e celebrazioni. Ancora mancano piccoli dettagli prima che la legge sia definitiva, ma lo scoglio più imponente è stato superato. Secondo la legge, le Chiese che vorranno celebrare unioni fra persone dello stesso sesso potranno farlo, con pieno valore legale. Tra le Chiese minoritarie, al momento sono escluse la cattolica e l’anglicana, ma da oggi il Regno Unito è il quindicesimo Paese al mondo a rendere legali le nozze gay.

Passato già in terza lettura alla Camera dei Comuni, la Camera bassa, il testo dovrà essere analizzato nei dettagli dai lord e poi sottostare al sigillo della regina, comunque atti prevalentemente formali. E con una maggioranza di 242 voti – superiore persino rispetto a quella della House of Commons – è stata rigettata una mozione che metteva a repentaglio l’intera struttura della legge, voluta e proposta da Lord Geoffrey Dear. Successo personale, quindi, per il premier conservatore David Cameron, che ha voluto il provvedimento, ma il successo è anche per le associazioni di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali che negli ultimi mesi hanno portato avanti le loro campagne per la legge. Esulta Peter Thatchell, storico attivista gay in Uk, che nelle ultime ore ha presidiato la piazza di fronte a Westminster. Ed esultano anche quegli stessi lord omosessuali che oggi, durante il dibattito, hanno tenuto discorsi a favore della “piena uguaglianza”. Tra loro, Ray Collins of Highbury, che ha detto: “Qui si tratta di amore, oggi stiamo discutendo di amore, e questa legge metterà a dura prova l’intolleranza di una parte della popolazione”.

Il passaggio parlamentare di oggi era il più temuto da laburisti e conservatori favorevoli – non tutti, infatti, lo erano – e dalle associazioni gay. Lo stesso Thatchell solo lunedì diceva: “Siamo assolutamente incerti sull’esito del voto”. Eppure, il testo approvato ai Comuni è poi passato anche ai Lord con una maggioranza assoluta. Entro qualche settimana, così, dovrebbe giungere a conclusione l’intero percorso parlamentare e, poi, la firma della regina, rispettando la promessa di Cameron che aveva parlato di “una legge sul same sex marriage entro l’estate”.

Nel mondo, il matrimonio gay è legale in Uruguay, Nuova Zelanda, Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Sudafrica, Canada, Islanda, Portogallo, Svezia, Città del Messico, Danimarca, Argentina e Stati Uniti d’America (in dieci Stati della confederazione). Altri Paesi o singole regioni consentono le unioni civili. In Italia, in mancanza di leggi su matrimonio e unioni fra persone dello stesso sesso, l’unica concessione finora è quella fatta dai Registri delle unioni civili voluti dai singoli Comuni, che consentono accesso al welfare locale e ai servizi comunali.

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