Dividiamo il nostro blog per ragioni tecniche. Quando abbiamo deciso di condividere questo spazio sul problema della violenza di genere lo abbiamo fatto per confrontarci anche con punti di vista differenti e suddividere le energie per il nuovo impegno che avevamo preso. Non pensavamo di scrivere così tanto ma questa esperienza è stata ed è tuttora stimolante.

Abbiamo scritto del nostro lavoro quotidiano con situazioni di violenza, espresso le nostre riflessioni e le nostre letture del problema della violenza, sempre con la curiosità di leggere i commenti delle lettrici e dei lettori e cercando di comprendere le loro opinioni, anche quelle dure e critiche, e lo abbiamo sempre fatto con attenzione. In alcune occasioni non siamo stati d’accordo su alcuni contenuti ma questo non ha reso più difficile la condivisione del blog, anzi, abbiamo sperimentato come il conflitto quando lo si accoglie, sia uno degli elementi nutrienti di qualunque tipo di rapporto.
Un bellissimo proverbio africano recita: quando i rami litigano, le radici si abbracciano.

Il confronto continuerà anche se su due blog che cureremo individualmente su ilfattoquotidiano.it. Ringrazio Mario per la collaborazione e ringrazio chi ci ha seguito, sperando continui a farlo con interesse.

Nadia Somma

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E’ passato quasi un anno, undici mesi da quando mi arrivò la chiamata di Nadia che mi proponeva di tenere insieme un blog su ilfattoquotidiano.it.
Una bella emozione che mi piombò inaspettatamente in una solare e calda giornata di luglio. Pensai subito: “Che bello sarebbe!” ma anche “Sarò in grado? Me la sento di scrivere per un giornale di questo livello? Ho il tempo, la voglia e le idee per produrre qualcosa di decente?”
La voglia c’è stata, il tempo l’ho trovato e, se non mi hanno ancora mandato via, qualcosa di interessante l’ho scritta.

Fine maggio, la giornata stavolta è freddina e piovosa, in piena controtendenza con la stagione, di solito le controtendenze non mi dispiacciono, arriva una chiamata di Nadia che mi dice: “Ci vogliono far divorziare.” Nel tono c’è dispiacere, ma anche leggerezza e ironia, avverto subito che la situazione è seria, ma non è grave.

Siamo semplicemente arrivati a produrre una quantità di articoli tale che la continuazione più sensata sembra essere quella di avere due blog separati in modo da non sovrapporci ed avere tempi di pubblicazione più indipendenti e questo la redazione del FQ ci ha proposto.

Ho pensato subito:”Che bello sarebbe avere un blog tutto mio!” ma anche:“Come faccio senza Nadia? Me la sento di…e paranoie discorrendo. Ci voglio provare, ci vogliamo provare.
Io e Nadia non siamo sposati o una coppia come esce fuori da alcuni simpatici commenti, ma né tantomeno questo è un divorzio, è un semplice far fronte, nel migliore dei modi, a una situazione che, nell’anno trascorso, è andata evolvendo.

Pur condividendo delle linee comuni, non è stato neanche così raro trovarsi in disaccordo rispetto ad alcune questioni, a Nadia voglio semplicemente dare il mio ringraziamento per avermi dato voce anche quando darmi voce poteva essere scomodo. Ha rispettato i miei bisogni anche se erano molto diversi dai suoi e noi che lavoriamo con uomini e donne in situazioni di violenza sappiamo che il riconoscimento dei bisogni dell’altro è un passo fondamentale per una comunicazione non violenta, per una comunicazione che funziona.

Mario De Maglie

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