E sono tutti d’accordo.

Il senatore del M5S, Vito Crimi, intervistato su Sky Tg 24 si è detto favorevole a eliminare l’Imu sulla prima casa, ma solo per le soglie di reddito più basse.

Il Pd e Scelta civica, ricorda il Corriere della Sera, in campagna elettorale hanno avanzato la proposta di un alleggerimento sui redditi bassi e di un pari aumento su quelli più elevati.

C’è poi l’onorevole Manuela Repetti del Popolo della Libertà, figlia di un costruttore e fidanzata dell’ex ministro Sandro Bondi, che ha già presentato una proposta di legge di revisione dell’Imposta Municipale Unica, che prevede la tassazione sugli immobili proporzionata al reddito.

Anche Il Sole 24 Ore, elencando le possibili rimodulazioni dell’Imu, accenna ad una maggiore progressività del prelievo legata al reddito e all’’I.S.E.E. (= Indicatore della Situazione Economica , cioè il valore assoluto dato dalla somma dei redditi e dal 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare).

Sui giornali e in rete è un gran citare l’art. 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Lo fa anche il Pd Pippo Civati, nel suo blog, affermando che “l’ultima cosa che possiamo fare è dare sollievo a chi ha risorse e peggiorare la situazione di chi non ne ha”.

Un vero peccato che nessuno dei sopra citati abbia avuto il coraggio di indicare i modi che consentiranno di individuare i titolari di redditi bassi che sfuggiranno all’odiosa tassa.

C’è solo da sperare che, per determinarli, nessuno pensi di fare riferimento alle dichiarazioni dei redditi, quelle che, secondo il comunicato del dipartimento delle Finanze, vedono i gioiellieri, i tassisti, gli albergatori, i proprietari di bar e discoteche ormai pronti a mettersi in fila per la scodella di minestra dell’Opera di San Francesco, mentre impiegati, operai, insegnanti e pensionati pare risultino abbastanza ricchi per essere candidati al pagamento dell’Imu anche sulla prima casa.

Fortuna che, tra i commenti al post di Civati, c’era anche quello del signor Salvatore Ponticorvo che, nella vita, si occupa di gestione dei tributi locali e se ne intende. Scrive Ponticorvo: “ISEE e strumenti simili sono, al momento, inutilizzabili visto l’alto livello di evasione ed elusione fiscale nel nostro caro Paese”  e “L’Imu sarà seriamente progressiva quando si riformerà il catasto (gli immobili nei centri storici delle città hanno tendenzialmente rendite uguali o più basse di quelle della periferia pur valendo molto ma molto di più)” e, ci sarebbe da aggiungere, si calcoleranno le rendite catastali in base ai metri quadrati e non ai vani (il vano è un’unità di misura soggetta a diverse interpretazioni e poco affidabile, che equipara un salone a uno stanzino).

Ora noi non sappiamo se chi concepisce le norme sull’Imu sia troppo ingenuo o troppo furbo ma, per favore, gentile signor Ponticorvo, Lei continui a scrivere ovunque le sia possibile perché i suoi concittadini siano informati e non vengano truffati per l’ennesima volta.

 

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