Dopo la consegna in Parlamento delle 50 mila firme sul reddito minimo garantito, proposta di legge di iniziativa popolare, il tema è sparito dal dibattito pubblico. Per riportarlo in auge la rete di associazione giovanili ‘Tilt‘ ha organizzato un incontro con i parlamentari M5s, Pd e Sel al circolo del partito democratico nel quartiere Trastevere a Roma. “Molti parlamentari si erano presi l’impegno di portare quelle firme in aula e siamo qui oggi proprio per ricordarglielo – afferma Mapi Pizzolante portavoce dell’associazione giovanile Tilt – sul tema c’è troppa confusione, chi lo confonde con il reddito di cittadinanza, chi con il salario minimo, anche Letta nel suo discorso programmatico ne ha fatto riferimento come sussidio per le famiglie”. Tra i parlamentari presenti Marianna Madia del Pd, Titti Di Salvo di Sel e Bartolomeo Pepe del M5s. “Incontro volentieri la base, con molti di loro ci siamo ritrovati in piazza a gridare il nome di Rodotà –  afferma il senatore Pepe che sull’attacco di Grillo al loro candidato alla presidenza della Repubblica sminuisce – bisogna valutare il contesto e non estrapolare parole dai post a casaccio”. Pepe ribadisce la loro indipendenza di giudizio rispetto alle parole del leader, ma a dubitarne è la deputata Di Salvo. “Con il M5s ci può essere convergenza sui temi concreti, ma penso che Grillo oggi sia sempre di più un ostacolo al dialogo in Parlamento, le parole su Rodotà sono irricevibili, indegne” afferma l’esponente di Sel .”Accetteranno l’anonimato pur di rinnegare le parole sgradevoli del loro leader o ci rinunceranno pur di avere un leader carismatico? La scelta spetta a loro ” aggiunge la Madia  di Irene Buscemi

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