Aree interdette, pericoli di crolli, lavori di conservazione iniziati e non finiti, nonostante cartelli impietosi ad indicarne la data di consegna, vigilanza zero. Ecco la Villa Adriana, a Tivoli (Roma), dal 1999 patrimonio dell’Unesco. Un capolavoro mondiale che paga i tagli costanti alla cultura e alla valorizzazione del nostro tesoro archeologico e monumentale. Il viaggio inizia da dove eravamo partiti oltre un anno fa: dai servizi igienici all’ingresso, rigorosamente chiusi e in rifacimento, e prosegue lungo i 40 ettari della magnifica residenza dell’imperatore Adriano dove si alternano aree chiuse, transenne e divieti di transito. Il personale fa quello che può sottodimensionato rispetto alla necessità. “I soldi non ci sono e quando arrivano si interviene dove è più urgente” racconta uno sconsolato vigilante. Un anno fa la villa ha rischiato di subire l’onta di una discarica a poche centinaia di metri. A distanza di 12 mesi, scongiurato quel pericolo, la magnifica ‘dimora’ di Adriano aspetta ancora il rilancio di Nello Trocchia

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