Una giacca, una sciarpa, una borsa, comunque qualcosa di rosso per ogni donna e poi il coro continuo dell’inno partigiano “Bella ciao”: di fronte al teatro Strehler, dov’è iniziato il funerale laico, è tutto come aveva chiesto Franca Rame per il suo commiato. “Se penso al mio funerale me lo immagino con moltissime donne, vestite di rosso, che intonano ‘Bella ciao'” aveva detto Franca Rame, ed è stata accontentata: sullo spiazzo antistante al teatro ci sono migliaia di persone di tutte le età, moltissime donne vestite di rosso mentre nell’aria si intonano cori partigiani. Come promesso quello di Dario Fo è stato un commiato (finito con un energico “ciao”): “Il nostro lavoro che ha avuto più successo con più di 600 edizioni nel mondo è stato ‘Coppia aperta quasi spalancata’, e l’autrice unica è stata Franca. L’ho sempre tenuto nascosto per gelosia” ha scherzato Fo. “Grazie a tutti – aveva detto poco prima – soprattutto alle donne in rosso”. 

Migliaia le persone in piazza, uomini e soprattutto donne, e tanti giovani, soprattutto quelli di movimento, arrivati con un camioncino. Lunghi gli applausi all’arrivo allo Strehler del corteo partito dal Piccolo di via Rovello, dove era stata allestita la camera ardente. All’ingresso del teatro i gonfaloni delle istituzioni e tanti fiori sotto una gigantografia della Rame sul palco. A parlare – per un commiato sui generis – Dario Fo. Gad Lerner ha trasportato sulle spalle la bara dalla camera ardente all’auto. Tra gli altri hanno dato il loro ultimo saluto all’attrice il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, la moglie Cinzia Sasso, l’ex attivista della sinistra extraparlamentare Oreste Scalzone, lo scrittore Stefano Benni e il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo (che ha salutato il premio Nobel e ha portato con sé una rosa rossa). Alcuni milanesi hanno portato bandiere con il volto di Che Guevara, uno striscione con “Il quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e cartelli con scritte come questa: “La miglior donna che ci ha rappresentati”. Fra le tante persone arrivate a salutarla anche Inge Feltrinelli, vestita di rosa, uno dei colori preferiti da Franca Rame. “Era la più elegante – ha detto – la più vistosa. Era coraggiosa, solare, una delle poche donne speciali di questo periodo”. Anche l’addio al Piccolo Teatro era un desiderio di Franca Rame. “E’ normale, doveroso – ha spiegato il direttore Sergio Escobar – ed era un suo desiderio. Me l’ha detto Dario quando sono andato a trovarlo”. 

“Sei stata una donna coraggiosa, libera, forte – ha detto il sindaco di Milano Giuliano Pisapia – guarderemo alla tua forza per essere più forti, al tuo coraggio per non avere paura, alla tua libertà per difendere quella di tutti noi. Sei stata e sei proprio brava. Anche oggi hai riempito la piazza, c’è l’impegno perché i tuoi e i nostri sogni divengano finalmente realtà. Sappiamo che ci accompagnerai con il tuo coraggio e la tua caparbietà. Continueremo a indignarci e ad avere il coraggio per combattere le ingiustizie, e Franca sarà sempre con noi”. Jacopo Fo è tornato sulle polemiche legate al servizio del Tg2: “Qualche imbecille ha parlato della bellezza di mia madre”, ha detto, ricordando la vicenda dello stupro di cui la madre fu vittima negli anni ’60. “Che cazzata – ha proseguito l’attore, commosso – mia madre rompeva i coglioni e per loro era intollerabile che ci fosse una donna, una bella donna, che si opponeva a questo orrore”. 

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