Licenziare paga. Il numero uno di Goldman Sachs ha incassato uno stipendio d’oro da 26 milioni di dollari nel 2012 che comprende un bonus in contanti quasi raddoppiato a 5,7 milioni, anche se in quel periodo ha mandato a casa 900 dipendenti. E’ stato infatti un anno molto difficile per la regina di Wall Street, dove hanno lavorato negli anni anche diversi volti noti italiani da Mario Monti a Mario Draghi, che ha dato il via a un taglio netto del personale e ha ridotto la fetta di ricavi da destinare ai compensi del personale dal 42% al 38%.

Tira invece un altro vento ai piani alti della banca, dove l’amministratore delegato Lloyd Blankfein ha ottenuto la busta paga più ricca dal 2007, tornando quindi ai livelli pre crisi, mentre ha iniziato nelle ultime settimane a licenziare il 5% del personale, ovvero circa 1.620 addetti, per allontanare i cosiddetti “underperformer”, ovvero i dipendenti considerati meno produttivi. Blankfein si è guadagnato così il primo posto nella classifica di Bloomberg che considera i venti banchieri americani più pagati, che hanno visto aumentare i compensi in media del 7%, mentre lo stipendio del numero uno di Goldman Sachs è cresciuto del 73,3%, segnando l’incremento maggiore tra i colleghi di Wall Street.

Blankfein è andato vicino a conquistare anche un’altra medaglia d’oro, piazzandosi al secondo posto tra i dirigenti bancari con lo stipendio più immeritato. In cima al podio della classifica di Bloomberg, che mette in relazione gli assegni incassati dai manager con i bilanci delle banche, è invece Richard Fairbank di Capital One Financial, che ha guadagnato 17,5 milioni nel 2012. A giustificare lo stipendio da capogiro di Blankfein è, in parte, una nuova politica adottata da Goldman Sachs. La banca, come ha fatto sapere in un report pubblicato nelle ultime settimane, ha alzato i bonus per i dipendenti più impegnati a proteggere la reputazione dell’azienda e a riconquistare la fiducia dei clienti dopo il crollo di immagine causato dalla crisi finanziaria del 2008.

Il modo in cui vengono distribuite le buste paga all’interno della banca ha attirato l’attenzione della società di consulenza Glass Lewis, che ha lanciato nelle ultime settimane un avvertimento ai soci dell’istituto, invitandoli a bocciare il piano per i bonus ai top manager perché le cifre “non erano collegate alla performance della società”. Ma gli azionisti non hanno ascoltato i consigli e hanno approvato il pacchetto, assicurando a Blankfein il ricco assegno.

Tra i primi posti nella classifica dei banchieri più pagati – che considera lo stipendio base, i bonus e i premi in azioni – c’è anche Jamie Dimon. L’amministratore delegato e presidente di Jp Morgan ha guadagnato l’anno scorso 11,5 milioni di dollari. E la sua banca, come Goldman Sachs, ha annunciato un maxi piano di licenziamenti, puntando a tagliare 19mila posti entro il 2014, pari al 7,3% della forza lavoro totale.

Dimon ha vinto nei giorni scorsi una battaglia cruciale con una parte degli azionisti, che puntavano a separare gli incarichi di amministratore delegato e presidente limitando i poteri del “re di Wall Street”, dopo il maxi buco da 6 miliardi di dollari provocato dalla divisione di Londra della banca per scommesse troppo azzardate sui derivati e tenuto poi nascosto dall’istituto. Ma la maggior parte dei soci ha appoggiato il banchiere, che ne è uscito più forte di prima.

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