La cosa più difficile da accettare per tutti noi, giorno dopo giorno, buoni e cattivi, è questa carestia di senso che sembra caratterizzare grande parte del dibattito pubblico.

Così come sembra ozioso e dannoso spettacolarizzare senza prudenza, con i più diversi stili, l’uccisione delle donne italiane, perché di queste stiamo parlando, sembra anche del tutto superfluo dibattere di eventuali distorsioni statistiche dei dati.

Cercando invece di tornare a un discorso semplice, chiediamoci le ragioni di queste uccisioni quotidiane.

Mentre possiamo afferrare il significato delle forme di violenza più praticate sul pianeta (guerre, scontri a fuoco, aggressioni casuali, eccetera) molto più problematico risulta accettare l’omicidio “senza accettabile ragione” che colpisce la donna nell’ambito familiare e affettivo.

Il fenomeno è così trasversale e quotidiano che sembra impossibile da arginare e si tende a considerare la cosa come fisiologica, facendo notare che la percentuale delle donne uccise in Italia è più contenuta di quella di altri paesi europei.

Voglio far notare che si potrebbe accettare questa “teoria fisiologica” solo se si desse il caso di scontri di coppia maschio-femmina che si concludessero con l’omicidio dell’uno o dell’altra in percentuali simili. Non mi risulta però che nello scorso anno decine e decine di uomini dai 15 ai 70 anni abbiamo incontrato la morte per mano di mogli, ex fidanzate, madri e sorelle.

Il punto è proprio questo, il genere delle vittime è esclusivamente femminile. Non c’è traccia di uomini che possano essere stati uccisi, lo scorso anno, per un vestito audace, per un sospetto di tradimento o per una rispostaccia e questo senza considerare che oltre alle uccisioni di donne, ci sono anche centinaia di casi che riguardano botte e lesioni permanenti.

Quindi, vi prego, consideriamo il merito del problema.

In Inghilterra per esempio l’hanno fatto, immaginando un sistema rapido e veloce di tutela, controllo e repressione che ha dato immediatamente risultati.

Diminuiti drasticamente gli omicidi e ridotti in pochi mesi i danni sociali e i costi a carico della collettività.

E’ strano come nessuno di noi abbia deciso di approfondire e divulgare il nuovo e pragmatico sistema inglese (“Metodo Scotland, così Londra sconfigge la violenza domestica”) ma che piuttosto si continui a dibattere su questioni a dir poco secondarie provocando, come dicevo prima, un intimo scoraggiamento e un vuoto di senso.

Ci sono altri omicidi che mi preoccupano e che non hanno l’onore della stampa in questo periodo ed anche in questo caso si uccide il senso delle cose.

L’esempio che voglio sottoporvi riguarda l’Expo di Milano.

Infatti il 7 marzo 2012 era stato insediato l’Innovation Advisory Board, presidenza Riccardo Luna (attualmente dimissionario). Il comitato di esperti specialisti dell’hi-tech e dell’innovazione era stato chiamato ufficialmente a monitorare, tra l’altro, gli Open Data relativi alla prossima esposizione universale che si terrà a Milano nel 2015.

In questo comitato erano state scelte alcune donne di grande valore come Flavia Marzano, presidente di Stati Generali dell’Innovazione, la virologa Ilaria Capua, scienziata di fama internazionale, Loretta Napoleoni, esperta mondiale di terrorismo e Lucia Votano, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Ebbene queste quattro nostre illustri connazionali hanno dato la loro disponibilità, hanno lavorato e preso impegni e si apprestavano a rendere trasparenti i dati relativi a iniziative e investimenti che ci riguardano come italiani.

Dal 7 marzo 2012 ad oggi con la più straordinaria impudenza e la più inaccettabile mancanza di rispetto questa commissione, ufficialmente insediata, non è mai stata convocata, è stata, anzi, deliberatamente ignorata fino alle dimissioni “senza effetto e senza eco” dell’ottimo Riccardo Luna.

Così si uccide l’ottima pratica della trasparenza e del controllo e anche se lo si fa in modo omertoso le ragioni di questa condotta sono fin troppo chiare: nessuno ficchi il naso nei nostri affari.

Anche qui si nota un affollato lavoro mediatico su tutto e il contrario di tutto per quanto riguarda l’Expo, ma si tende a far sparire sotto il tappeto l’omicidio delle pratiche sensate che potrebbero prevenire i soliti incalcolabili danni all’amministrazione pubblica.

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