Com’è possibile che sette studenti su dieci non sappiano nulla della strage di via dei Georgofili? Sono gli stessi sette studenti su dieci che, in questo Paese, lavorano in nero?

Questo è quello che ci sentiamo dire. Ed è un dato, questo, che conferma inesorabilmente che abbiamo ragione noi: gran parte di quelli che non sanno nulla sulle stragi del 1993, non sa nulla perché ne ha la tasche piene.

Oppure esistono altre ragioni. Può darsi che si voglia far girare un dato come questo perché quello che gli studenti non sanno è quello che il sistema vorrebbe far passare. E cioè che a fare quelle stragi sia stata solo la mafia.

Non per nulla, avevamo chiesto per il ventesimo anniversario della strage che i quattro sindaci delle città colpite dalla strage venissero a Firenze, come messaggio forte, come testimonianza che è arrivata l’ora di finirla. Che è arrivata l’ora, finalmente, di dirla tutta quella verità che incombe, proprio in nome e per conto di tutto ciò che pesa sulla testa, sulla vita stessa  degli studenti.

Le manifestazioni sono state tante, ma vogliamo rivendicare come solo le nostre siano state effettivamente mirate su obiettivi concreti: la testimonianza di chi quella notte c’era, a dimostrazione che la strage c’è stata davvero, insieme alla voce della scuola che attraverso gli studenti più impegnati chiede aiuto e informazione per gli studenti stessi.

Tutto bello, il resto, tutto grandioso, ma fine a se stesso, finalizzato solo a quel momento. Non ci resta che attendere l’anno prossimo e ancora il vuoto delle menti, per ricominciare da capo con un girotondo più ampio, un gonfalone più in alto, che andrà benissimo, certo, ma sarà fatto di lacrime, troppe da coccodrillo, e festa, non impegno. Ma da festeggiare non c’è proprio nulla.

La memoria è una cosa seria. È fatta di verità, non di belle parole.

La nostra mostra fotografica è stata oscurata in primis dalla stampa: era in giro per tutte le strade, ma ve n’era una all’interno del palazzo del governo della città. Quella ha avuto senz’altro più visibilità e ci hanno detto che la porteranno nelle scuole. Vedremo quali saranno le scuole in cui verrà portata.

Una parte della nostra mostra fotografica è anche al Polo Universitario fiorentino di Novoli. È stata senz’altro vista da molti studenti, ma non da tutti. Perché non tutti in questo paese, purtroppo, sono in grado di vedere ciò che hanno davanti agli occhi.

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