Stefano Rodotà (presidente onorario del comitato Articolo 33) ha ricordato sul Corriere della Sera che Piero Calamandrei definiva la scuola pubblica un “organo costituzionale”, tanto ne giudicava fondamentale la funzione. Il sindaco Virginio Merola ha più volte ribadito che non terrà conto dell’esito del referendum, visto che i finanziamenti alle paritarie sono nel suo programma votato dai cittadini: ragionamento non troppo diverso da quello di Berlusconi che pensa di essere intoccabile perché eletto dal popolo. Diversi esponenti della Cgil e del maggiore partito di sinistra (sic!) si sono espressi a favore dei finanziamenti pubblici alle private: Romano Prodi, Matteo Renzi, il ministro Delrio. L’onorevole Fioroni, cui è stata chiesta un’opinione sul fatto che molti genitori sono costretti a iscrivere i propri figli a scuole cattoliche, ha dichiarato che “non bisogna essere ideologici, ma pragmatici”.
Per due genitori atei o di altra religione mandare i figli in una scuola cattolica è un capriccetto, invece allo Stato è consentito di non adempiere a uno dei suoi principali obblighi. Se anche la Costituzione diventa un ingombro ideologico, non stupiamoci dell’inarrestabile emorragia di consensi del “maggior partito di sinistra”. E nemmeno loro avrebbero dovuto sorprendersi ascoltando in piazza Montecitorio i cittadini urlare “Rodotà, Rodotà”.
@SilviaTruzzi1
Il Fatto Quotidiano, 26 maggio 2013