Alzandosi e guardando le sue figlie a letto avrà pensato…ora basta! Quel rubinetto in casa dal quale dopo le 5 di sera l’acqua non arriva più. Vivere senza l’acqua, con le bollette della luce non pagate e la corrente depotenziata, con il gas a singhiozzo tagliato dalla compagnia, ed il Comune che non ti dà risposte.

Ogni tanto un sussidio, 150 euro e poi punto e daccapo. Le segherie del marmo chiuse ed i lavori saltuari senza garanzie, e senza cassa integrazione. Il quotidiano problema del “piatto a tavola” da garantire ed il negoziante che non può farti credito, perché soffre anche lui. A 40 anni convivere con questi problemi tutti i giorni diventa complicato e qualcuno, come M., decide di comprare due litri di benzina con la scusa della macchina rimasta a secco, sorridendo al distributore e salutandolo normalmente. Poi con due accendini, decidere di salire sui piani alti del Comune alle 8.00 di mattina e cominciare a cospargersi del liquido infernale senza il quale il motore non cammina, ma che oggi è il simbolo della emigrazione dalla vita cui spesso molti, troppi ricorrono. “E’ vero..credetemi è accaduto…” Comincia così la più bella canzone di Domenico Modugno che forse M. non ha mai ascoltato e che forse dovrebbe diventare l’inno di questa Italia a due passi dall’implosione.

Anche in questo caso un angelo alle spalle ha salvato M. con l’abbraccio deciso e risolutivo, con la divisa impregnata di benzina e lo sguardo nel vuoto di chi capisce che quella mano con l’accendino, in quell’attimo è il mondo…da bloccare, da tenere chiusa con tutta la forza possibile ed immaginabile. L. guardia giurata, i suoi 40 anni  sono gli stessi di M. e solo il caso ha permesso che tra i due ci fosse come differenza una divisa. Precario anche lui, con i contratti che vanno e vengono e mai la sicurezza del futuro. Con la pistola nella fondina che porta e che però sa bene essere inutile proprio in momenti come questo. Benzina in una mano ed accendino nell’altra e solo L. che blocca le due mani con tutta la forza del mondo. Basta solo un attimo, la scintilla…Forse M. e L. non hanno visto la sera prima quello che è accaduto a Vittoria. Ma ormai questo Sud è tutto uguale con il mare, il sole, l’amore che a 40 anni per molti non hanno più il sapore della vita. 

Con l’aiuto di altri M. viene immobilizzato a terra, in un lago di benzina ma senza più l’accendino. Non vuole alzarsi e vaga con lo sguardo sul soffitto perso e vuoto. Per una cisterna d’acqua nelle case popolari del Sud, per una dignità che non si vuole perdere, la disperazione nutre la cultura del Kamikaze che presto potrebbe trasformarsi in quella del killer, in un’Italia che di meraviglioso sembra non aver più niente. M. vuole il lavoro e dignità per la sua famiglia, ma nessuno è più disposto ad ascoltare ed allora la benzina, l’atomica dei poveri, in quest’epoca “tinta”. Ci vorrebbe un inno da far risuonare continuamente fino al paradosso. Un inno inventato da un uomo del sud che ha conosciuto lo stesso mare pugliese di M. e che ha voluto cantare al mondo la bellezza del sempre mettendo in ombra l’orrore del presente. Torno a casa, ho ancora l’odore della benzina nelle radici e negli abiti…accendo lo stereo con Modugno che intona: “ E’ vero…credetemi è accaduto…”.

Dedicato a M., L, A, ed a tutti quegli angeli che venerdì 17 hanno impedito, con una scintilla di coraggio e di cuore, l’ulteriore potenziale rogo della disperazione.  

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