Settimo tremestre consecutivo in cui si registra un calo del Pil. Secondo quanto comunica l’Istat, una situazione simile non si è mai verificata dal primo trimestre 1990, ovvero dall’inizio delle serie storiche. Si tratta della settima contrazione trimestrale consecutiva registrata dalla nostra economia. Il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% nei confronti del primo trimestre del 2012. La diminuzione già acquisita per l’anno in corso è dell’1,5%, superiore rispetto all’1,3% che invece era previsto dall’esecutivo. Cresce poco anche l’Europa, dove gli unici Paesi che registrano un aumento, seppure lieve, sono Germania e Gran Bretagna

L’istituto nazionale di statistica nella sua stima preliminare segnala che “il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura”. Il primo trimestre del 2013 – ricorda l’Istat – ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2012.

Non si sono fatti attendere i commenti severi della stampa estera. “La crisi economica iniziata in Grecia tre anni fa si è diffusa nelle tre più grandi economie europee dopo la Germania: Italia, Francia e Spagna”, scrive il Wall Street Journal commentando gli ultimi dati sul Pil, sottolineando che “stipendi troppo alti in Italia e Francia hanno eroso la competitività dei loro prodotti sui mercati globali”.

Anche la crescita in Europa, però, non decolla. Nel primo trimestre del 2013 il Pil dei 17 Paesi dell’Eurozona ha registrato nel complesso una riduzione dello 0,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2012 e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre dell’anno scorso, facendo così registrare il quarto calo consecutivo. La Germania, in controtentenza, registra un lieve aumento dello 0,1% nel primo trimestre 2013 con una crescita ritenuta debole a causa di un inverno particolarmente rigido. Un aumento che però rimane al di sotto delle previsioni visto che gli analisti attendevano un’espansione dello 0,3%. Positiva anche la Gran Bretagna, che chiude i primi tre mesi del 2013 con un più 0,3%. I Paesi che hanno chiuso il primo trimestre con il segno meno rispetto ai tre mesi precedenti, secondo i dati finora disponibili, sono: Cipro (-1,3), Repubblica ceca (-0,8), Italia e Spagna (-0,5), Portogallo (-0,3), Francia (-0,2), Olanda e Finlandia (-0,1). La Germania ha registrato un più 0,1% e la

Articolo Precedente

Sanità, le (vecchie) idee di Berlusconi al centro dell’agenda Letta-Lorenzin?

next
Articolo Successivo

La globalizzazione sotto le macerie di Dhaka

next