Dieci anni di mail e di ‘segreti’ nelle mani degli inquirenti di Milano per ricostruire i rapporti tra Mediobanca e il gruppo Ligresti. E’ anche su questo filone che gli investigatori si muovono dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel per ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. Un fronte che potrebbe portare a nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

Le mail riguardano dieci anni di fitta corrispondenza. Dal server, sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’inchiesta relativa a Mps, è stato estratto, con un sofisticato sistema di ricerca informatica, lo scambio di missive tra il gruppo bancario e i vertici di Fonsai, da sempre legati da un rapporto d’affari. Un legame quello Mediobanca-Fonsai su cui la Procura cerca ancora di fare luce dopo il ‘papello’ siglato tra Nagel e Salvatore Ligresti il 17 maggio 2012. Una sigla sui desiderata milionari della famiglia Ligresti che Nagel avrebbe concesso per un “gesto di compassione” nei confronti dell’ingegnere, ma su cui l’istituto bancario ha sempre rifiutato ogni addebito: Mediobanca “comunica di non aver stipulato alcun accordo con la famiglia Ligresti nell’ambito del progetto di integrazione del gruppo Unipol con il gruppo Premafin”, si legge in un comunicato datato 27 luglio scorso. Un ruolo, quello di Piazzetta Cuccia, su cui il pm di Milano Luigi Orsi ancora indaga, così come sulla figura di Nagel, per il quale si va verso una proroga delle indagini. Un nodo che, insieme ad altri elementi al vaglio della procura, rischia di ‘compromettere’ la fusione tra Unipol e il polo assicurativo Fonsai che dovrebbe concludersi entro fine anno.

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