“Berlusconi si paragona ad Andreotti, ed è comprensibile. Ma la sinistra cosa ci trova in Andreotti?”. Così Marco Travaglio apre il suo editoriale, dedicato a un ritratto a tutto tondo del politico deceduto qualche giorno fa. E osserva: “Pietro Grasso, che fino a ieri era procuratore dell’antimafia, è andato alle esequie di Andreotti, il giorno prima è andato al funerale di Agnese Borsellino. Prima il dovere, poi il piacere”. Il vicedirettore del Fatto Quotidiano osserva che l’unico ad aver rifiutato di commemorare Andreotti è stato Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, “l’eroe borghese”, assassinato dai sicari di Michele Sindona. E sottolinea come Umberto Ambrosoli sia criticato dal centrodestra e isolato dal centrosinistra. Travaglio afferma: “Oltre alla statura diversa dei politici, un’altra differenza tra prima e seconda repubblica è la perdita di ipocrisia”. Con la morte di Andreotti si è celebrata la fiera dell’ipocrisia, “il festival del tartufo”. E menziona il commosso tributo dei politici e alcune dichiarazioni memorabili di Enrico Letta, risalenti al 2005. “Forse anche Andreotti avrebbe commentato: ‘Ragazzi, datevi una calmata’” – osserva il giornalista – “Smettiamola di dire che Andreotti era un ipocrita. Siamo noi che siamo un branco di coglioni”. Travaglio ironizza sul Pd, commentando le ultime decisioni del governo Letta: “Andreotti era un bugiardo, ma non sarebbe mai passato nel giro di due mesi dal no a Berlusconi al sì a Berlusconi come il Pd oggi”. E su Miccichè osserva: “E’ un politico di fiuto, dà delle piste a tutti”

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