Il fair-play finanziario voluto da Michel Platini per cambiare il calcio europeo non piace quasi a nessuno. E in tanti cercano di ostacolarne l’entrata in vigore. L’ultima minaccia viene dal mondo dei procuratori. E stavolta non si tratta di un abile sotterfugio (come quello del Paris Saint-Germain, che tenta di aggirarne i vincoli con una maxi-sponsorizzazione), bensì di un attacco frontale: l’agente belga Fifa Daniel Striani (che cura gli interessi di diversi giocatori anche in Italia) ha depositato presso la Commissione Europea un ricorso contro l’Uefa e il suo Fair-play finanziario, che violerebbe diversi principi della normativa Ue. E a curare il procedimento sarà Jean-Louis Dupont: non un nome qualsiasi, bensì uno degli avvocati che nel 1995 fece parte del team di legali che sconfisse la Fifa e la Uefa con la famosa sentenza Bosman, che avrebbe rivoluzionato le sorti del calcio moderno.

L’interesse dei procuratori nella vicenda è di tipo puramente economico: secondo quanto scritto nel documento presentato ieri, il fair-play finanziario comporterebbe una restrizione degli investimenti, da cui deriverebbe una riduzione del numero dei trasferimenti, una contrazione degli stipendi dei giocatori e, di conseguenza, anche dei compensi dei loro agenti. Per scongiurare questo rischio, Striani ha deciso di rivolgersi direttamente alla Commissione Europea. E di avvalersi delle prestazioni di Dupont, che già a fine marzo, in un editoriale scritto per il Wall Street Journal, aveva sostenuto l’illegalità del fair-play finanziario. Ieri quell’articolo si è trasformato in un ricorso ufficiale. In particolare, Dupont contesta l’articolo 57 del Ffp, quello che vincola la partecipazione alle Coppe europee al rispetto del pareggio in bilancio. Ma questo principio (che pure nel testo del ricorso è definito “condivisibile”) rappresenterebbe un’infrazione all’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, limitando il principio di concorrenza, nonché il libero movimento di capitali e lavoratori.

Perciò Dupont è convinto di potersi vedere dar ragione dalla Commissione Europea. E questo nonostante l’Unione Europea abbia più volte e convintamente lodato il Fair-play finanziario varato dalla Uefa: “Un sistema coerente con le politiche Ue”, lo ha definito Joaquin Almunia, Commissario europeo per la Concorrenza. Contattati da ilfattoquotidiano.it, né Daniel Striani, né Jean-Louis Dupont hanno voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, in attesa di novità nello sviluppo del procedimento. L’avvocato belga ha però tenuto a precisare che il ricorso si limita a contestare solo l’articolo 57 e non il Ffp nella sua interezza: “Se l’obiettivo è evitare il rischio che alcune società possano collassare per investimenti avventati, non è necessario proibire qualsiasi tipo di investimenti”, scrive Dupont. “Basterebbe adottare un principio più proporzionato, come ad esempio consentire una spesa superiore alle entrate, a patto di garantirla in anticipo e completamente”. Magra consolazione per Platini: la regola del pareggio di bilancio è l’essenza del Fair-play finanziario. Dupont, dopo quella Bosman, insegue una nuova, storica sentenza.

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