Ieri si è spento a Roma, Paolo Di Modica. Musicista, flautista affermato. Il ‘musico impertinente‘ come aveva definirsi. Un lettore assiduo del nostro giornale. Colpito da una malattia terribile che, come diceva lui, “ti rende prigioniero in un corpo che non è più tuo, anche se la mente resta lucida”: la Sla. Una malattia che non aveva mai piegata la sua coscienza civica. Come quando il 21 ottobre scorso aveva manifestato in piazza a Montecitorio, insieme ad altri pazienti, contro il governo Monti che da mesi prometteva di reperire i 300 milioni di euro da destinare al fondo per la non autosufficienza dei disabili gravi. Noi, intanto, continueremo a lavorare e a portare avanti il progetto che Paolo, sua moglie Maria e i tanti amici che gli sono stati accanto fino agli ultimi istanti, vogliono realizzare. Una raccolta fondi legata al progetto di ricerca sulle cellule staminali dell’ospedale di Novara. Sarà pubblicato un filmato sul sito che racconta quanto di buono vi sia dietro a questa ricerca e due favole su brani musicali composti da Paolo. Per chi volesse salutare per l’ultima volta, la celebrazione laica si terrà giovedì alle 12,00 presso il cimitero acattolico di via Caio Cestio 6 a Roma. Ecco per ora un piccolo estratto dell’intervista fatta a Paolo e la dolce Maria

 

 

 

Articolo Precedente

Lega, un consigliere: Kyenge è ‘nero di seppia’ e Biancofiore ‘piegata ai finocchi’

next
Articolo Successivo

Diritti umani nei Cie: Karim non deve partire

next