Una condanna ad un anno di reclusione per favoreggiamento ad un imprenditore mafioso e al pagamento di 20mila euro di danni al Comune di Valderice (Trapani) del quale è sindaco da 5 anni, non hanno impedito a Camillo Iovino, Pdl, di presentare alla sua comunità, alla vigila della nuova competizione elettorale amministrativa di giugno, una relazione di fine mandato. La pubblicazione della relazione è stata annunciata alla cittadinanza da una serie di grandi manifesti pubblicitari , uno proprio dirimpetto alla sede del municipio.

Un manifesto con una grafica di grande effetto: si annotano i 1800 giorni “di buona amministrazione”, i “15 milioni di finanziamenti” ricevuti in questo periodo e in primo piano il volto del primo cittadino, con un’espressione però un po’ delusa, se la condanna non lo ha indotto a dimettersi da sindaco, adesso, controvoglia, può avergli consigliato a non ripresentarsi per un secondo mandato. Pare voglia tentare la strada della candidatura al Consiglio comunale e quel manifesto a spese del Comune può essere anche un buon manifesto di propaganda.

Camillo Iovino è stato condannato dal tribunale di Trapani per avere favorito un imprenditore mafioso, Tommaso Coppola, che dal carcere riuscì – attraverso suo nipote che andava a trovarlo – a interloquire indirettamente con lui (quando questi ancora non era sindaco) perché a sua volta potesse intercedere con il senatore Antonio D’Alì. E’ mancata la prova che Iovino abbia parlato con D’Alì (che oggi è sotto processo per concorso esterno) perché continuasse a mantenere per Coppola, anche se in cella, “un occhio di riguardo“. Iovino ha negato da imputato la circostanza di avere ricevuto messaggi dal carcere da Coppola, ma il tribunale ritenendo vero il fatto lo ha sonoramente criticato. A Valderice se la condanna è stata nota, sconosciute sono rimaste le motivazioni e ovviamente Iovino si è guardato bene dal diffonderle.

I giudici hanno ritenuto la circostanza vera (ci sono intercettazioni) e perfettamente confacente con la “grande spregiudicatezza” con la quale “ha svolto la propria carriera politica…”. Iovino aveva interesse ad accreditare detta sua posizione di gancio tra l’imprenditore valdericino e l’esponente politico nazionale”, “la mossa studiata dall’imputato non si è rivelata brillante, ma è nelle cose che non tutte le strategie risultino vincenti”. L’altra conseguenza che ha colpito il sindaco Iovino è stata la condanna a pagare di tasca sua 20mila euro di danni di immagine al Comune di Valderice. Una dura bastonatura giudiziaria non citata però dalla relazione sull’attività. L’unico cenno alla vicenda processuale da parte di Iovino la si può leggere solo nella precedente relazione dove addirittura il sindaco di Valderice ha mal citato il reato a lui contestato: scriveva di essere indagato per false dichiarazioni al pm e non per favoreggiamento.

Articolo Precedente

Giulio Andreotti, i segreti logorano chi non ce li ha

next
Articolo Successivo

Andreotti, potere e misteri/1. Gli sponsor vaticani portano il giovane Giulio in alto

next