L’Imu non è una priorità, dice l’Ocse. Se l’Italia vuole puntare su crescita e occupazione “la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro”. Parole, quelle del capo economista dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Pier Carlo Padoan, che riaccendono le polemiche che da giorni dominano il dibattito politico nostrano, fin dall’insediamento del nuovo governo Letta. Per eliminare ogni dubbio sulle posizioni del Pdl, inizia in mattinata il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: “L’eliminazione dell’Imu sulla prima casa dal 2013 e la restituzione di quella versata nel 2012 farà ripartire, da subito, la domanda, i consumi, e con essi il settore edilizio, il mercato immobiliare e tutto l’indotto, anche con riferimento agli affitti. Noi insistiamo su questo punto per precisi valori economici: l’economia può ripartire solo in un quadro di aspettative positive”. 

La richiesta di Brunetta, insomma, va al di là di quanto chiarito ieri da Enrico Letta che dopo l’incontro con il presidente francese François Hollande ha parlato solo di “sospensione della rata di giugno per poi superare l’imposta”. Quindi nessuna restituzione di quanto versato dagli italiani nel 2012, come vuole Brunetta. A quanto auspicato dall’Ocse risponde poi Maurizio Gasparri: “Certo, per far ripartire l’economia e dare risposte sul fronte dell’occupazione è indispensabile defiscalizzare le imprese. Ciò non è in conflitto con il taglio dell’Imu a giugno”. Dalla parte del Pd oggi tocca al responsabile economico Stefano Fassina intervenire per limitare le ambizioni del Pdl: ”Cancellare l’Imu? Io ne faccio un discorso pratico: se improvvisamente abbiamo trovato 10-12 miliardi da spendere ben venga, ma non sarà così. Meglio evitare l’aumento dell’Iva che pesa sui consumi e quindi sull’attività produttiva delle imprese e sul lavoro e cancellare l’aumento dei ticket previsto per il 2014. Queste misure sarebbero più eque e utili all’economia”. 

Per l’ex premier Mario Monti, quello dell’Imu “è un tema importante per imprese e famiglie, rilevante ma non degno della considerazione esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico attuale”. Parole a cui replica subito Brunetta: “Imu ossessione morbosa? L’introduzione di questa odiosa tassa da parte del governo Monti ha depresso la nostra economia”. Una posizione diversa da quella del Pdl la esprime però anche il senatore di Sc Pietro Ichino: “Pesa molto di più sui redditi degli italiani l’Irpef sulla busta paga, che non l’Imu sulla prima casa di proprietà. Spero sia solo una schermaglia mediatica che dovrà portare a un compromesso, anche rilevante, ma non credo che questo possa essere la restituzione di quanto pagato e l’azzeramento totale dell’Imu. Questo prosciugherebbe tutte le risorse a cui attingere per abbattere l’Irap sul lavoro in azienda e il cuneo fiscale e contributivo che è la vera cosa urgente da fare”.

Dal M5s interviene nel dibattito Giorgio Sorial: “L’Imu non è altro che è un peggioramento dell’Ici. E’ una tassa che riteniamo completamente ingiusta e in merito alla prima casa una tassa che deve essere assolutamente abolita. Poi eventualmente si può rimodulare sulle seconde, terze e quarte case, però sulla prima casa è inconcepibile avere una tassa di questo genere”.

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