“La Resistenza e la libertà non sono qualcosa che viene da fuori, ma qualcosa che nasce da dentro. Oggi bisogna guardare a quei valori e in particolare nel desiderio di libertà presente in ciascuno di noi per affrontare questo periodo difficile e trovare la forza di cambiare le cose”. Dal palco sotto il Comune di Parma il sindaco Federico Pizzarotti lancia un invito alla speranza, ma anche un appello all’impegno comune per uscire dal periodo buio in cui è finito il Paese.

La piazza piena di persone per la celebrazione del 25 aprile è sempre la stessa, con le bandiere e il corteo, la banda che suona, i cittadini stretti intorno ai partigiani che hanno fatto di Parma la città medaglia d’oro alla Resistenza. Sono i discorsi però ad essere cambiati. Si celebra la Liberazione, si ricorda il passato, ma si guarda anche e soprattutto al presente. Lo fa il sindaco Pizzarotti, che dal palco del 25 aprile, il primo celebrato con la fascia tricolore, ha parlato della crisi dell’Italia, e non solo di quella economica. “E’ un momento in cui i giovani non hanno lavoro e non vedono prospettive, in cui la politica è vista come qualcosa di lontano. Noi come sindaci siamo l’ultimo baluardo per dare risposte ai cittadini, ma le soluzioni vanno trovate anche insieme”.

Il primo cittadino invita a ritrovare il senso della comunità che c’era nel dopoguerra, “quando le persone si aiutavano, si dividevano quel poco che avevano. A volte – ha spiegato – mi accorgo che si è abituati a vedere le istituzioni come qualcosa che deve solo rispondere alle richieste dei cittadini. Vedo un po’ di egoismo, mentre ogni persona dovrebbe chiedersi cosa può fare per la comunità”.

L’invito del sindaco è di “abbassare gli steccati in cui ognuno si è chiuso. Vi chiedo di sforzarvi di vedere le cose in modo diverso, di chiedervi cosa possiamo fare insieme per cambiare il nostro Paese. Se lo facciamo tutti, questo può portarci a uscire dal buio in cui siamo caduti”. Pizzarotti ha chiuso il suo discorso leggendo una lettera scritta dal partigiano Giacomo Ulivi poco prima di essere condannato a morte. Un esempio di sacrificio per la democrazia ripreso anche dal presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, che come il sindaco ha richiamato i valori della Resistenza per dare un futuro di speranza al Paese. “Anche allora c’era una crisi economica e sociale a cui la politica non ha saputo dare risposte, lasciando spazio al nazifascismo. In questa fase storica, in cui la rabbia coincide anche con la ricerca di un nemico, è necessario un forte richiamo a quei valori”.

Una riflessione proseguita anche nelle parole del presidente della consulta studentesca Amedeo Parmigiani, e nel discorso conclusivo dello storico Mimmo Franzinelli. Poi lo spazio, tra applausi e commozione, è stato tutto per i partigiani ancora viventi, sul palco con il tricolore al collo, unici rimasti dei 7.500 che combatterono nel parmense.

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