“I partiti hanno perso la testa: mentre Napolitano parlava della loro irresponsabilità, quelli applaudivano invece di stare zitti e vergognarsi“. Non lascia spazio a interpretazioni il commento di Stefano Rodotà, intervistato dal Manifesto, che si è detto “scandalizzato” per quanto accaduto. “Da tutta questa vicenda è uscito vittorioso Berlusconi“, ha spiegato, “che sta imponendo le sue condizioni, mentre il Pd è andato a raccomandarsi al Colle, e poi ha dato di nuovo spettacolo”.

“Non posso mettere fra parentesi il fatto che la larga intesa si fa con il responsabile dello sfascio e della regressione culturale e politica di questo Paese”, ha aggiunto il costituzionalista. “Si faranno interventi economici, si utilizzeranno i modestissimi documenti dei saggi, ma non potrà essere affrontata nessuna delle questioni che possono restituire alla politica e al Parlamento una qualità di interlocutore della società”.

Rodotà ha poi precisato di avere “una lunga storia personale nella sinistra, di lavoro teorico ma non solo: le forze politiche non hanno capito niente del referendum sull’acqua votato da 27 milioni di persone, e io ho invano cercato di far ricevere i promotori dal vertice del Pd. Ho letto microvolgarità su di me”.

In questo momento, ha concluso, “temo un vero rischio per la democrazia. Il Pd sembra inconsapevole del fatto che la sua frammentazione apre una grande questione democratica, un vuoto. Se viene meno un soggetto forte della sinistra e ci sarà un puzzle impazzito, avremo il confronto Berlusconi-Grillo. Una specie di livello finale”.

Commentando la mancata elezione a capo dello Stato in una intervista a Radio Popolare, Rodotà ha spiegato di non essere “abituato né ad avere amarezze né ad avere rimpianti ma a guardare avanti“. Da questa vicenda “esco con nessuna amarezza personale, anzi quello che è accaduto mi dà una conferma che il lavoro che ho fatto in questi anni non è stato inutile”, ha chiarito. “Viene fuori una legittimazione tale che alla mia rispettabile età mi sento davvero obbligato ad andare avanti sulla strada che insieme a tanti altri ho seguito in questi anni”.

“Io adesso leggo tante ipotesi, nuove formazioni”, ha detto parlando del futuro della sinistra, ma “sono molto prudente, perché ho visto che la storia della sinistra non sempre è stata aiutata da queste fughe”. Secondo Rodotà questo “è un momento difficile, non è possibile dare una lettura per cui un pezzo di Parlamento non esiste”. Anche alla luce di quanto successo in questi giorni, il costituzionalista intende quindi “continuare in questa fase a lavorare il più possibile con tutti quelli che all’interno di questo mondo vanno in questa direzione”.

Nel suo futuro, ci sarà ancora l’impegno a “lavorare su tutti i temi che sono stati caratteristici del mio lavoro di questi anni: quelli più tradizionali come i diritti, i beni comuni che sono una grande prospettiva, la questione della rete, che in Italia adesso ha assunto un significato particolarmente importante, anche con molte distorsioni, il tema della democrazia partecipativa“.

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